La cruda verità L’Ucraina è fuori moda

Roberto

Giardina

Cominciamo a essere stanchi della guerra, degli altri, delle notizie che giungono dall’Ucraina? In Italia, e altrove. Siamo solidali a parole, ma sempre più distratti. Al sesto mese dall’inizio del conflitto, il 24 febbraio, le notizie si ripetono, manca una novità da prima pagina. Ieri il presidente turco Erdogan, e il portoghese Antonio Guterres, segretario generale delle Nazioni Unite, hanno incontrato Zelensky a Lwiw, la nostra Leopoli, la tedesca Lemberg, per un triangolare che dovrebbe trovare una via d’uscita. Sembra che Putin sia pronto a offrire a Kiev un accordo, soddisfacente per russi e ucraini. Manca un risultato, le parole non bastano.

I lettori da Londra a Parigi, da Berlino a Roma sono attratti da altri temi, la siccità, l’inflazione, perfino il campionato di calcio che riprende. Eppure si continua a colpire una centrale atomica nel Donbass, russi e ucraini si accusano a vicenda. Potrebbe avvenire un disastro nucleare? Ma siamo assuefatti anche agli allarmi catastrofici. Ieri è stato diffuso un rapporto sui bambini vittime della guerra. Finora ne sono morti 361, quasi due al giorno, questa settimana nessuno. I feriti sono aumentati a 714, ieri una ragazzina di 12 anni è stata colpita da un proiettile russo a Kharkov. Poche righe basteranno. I bambini in Ucraina sono sette milioni e mezzo, è un paese giovane, l’età media è di 40 anni, in Italia quasi 46. Cifre e statistiche lasciano freddi. Non siamo cinici. È la regola della spettacolarizzazione continua, che Zelensky, ex attore, conosce bene, lui è un maestro della comunicazione. Non si può restare alla ribalta senza aumentare la dose, e si finisce per assuefarsi. La gente, per autodifesa, si rifugia nel dubbio. Sarà vero? E chi mente? È un pericolo subdolo. Vorremmo che tutto finisse domani, questa non è la nostra guerra. Almeno, finora.