Giovedì 18 Aprile 2024

La crociata per i musei "Ora gli Uffizi sempre aperti" Sgarbi: serve una nuova guida

La galleria nazionale era rimasta chiusa lunedì alla vigilia della festività di Ognissanti. Il direttore Schmidt non potrà essere confermato. Il sottosegretario: "Concorso già avviato"

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di Ilaria Ulivelli

"Risparmiare soldi dalle opere costose e inutili per destinarli a nuove assunzioni di personale", in modo da consentire ai musei di restare aperti il più possibile. Anche nei giorni, cosiddetti superfestivi, il 25 dicembre e il primo gennaio, "gli unici, al momento in cui le gallerie devono restare obbligatoriamente chiuse". "Stiamo pensando a turni di apertura pomeridiani". Il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi va a ruota libera: i musei devono essere casa per i turisti, perché sono l’oro del nostro Paese. Il tema del sottodimensionamento del personale era emerso la scorsa settimana, quando il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano aveva fortemente criticato la chiusura degli Uffizi, uno dei più importanti musei del mondo, il 31 ottobre, nel bel mezzo del ponte di Ognissanti con le nostre città d’arte gremite di turisti. Era entrato in conflitto con il direttore della Galleria Eike Schmidt il quale, nella sua replica, aveva fatto presente che la sua linea sicuramente aperturista era andata a sbattere contro il taglio degli straordinari al personale imposto dal governo.

Proprio su Schmidt Sgarbi emette il suo pesante verdetto: è alla fine del suo percorso alla guida degli Uffizi. "Il concorso è già stato fatto, lui dopo due mandati non è più rinnovabile". E chiude con una battuta squisitamente politica: "Come i grillini".

Per dare ossigeno ai musei Sangiuliano dice di voler assumere "giovani, nativi digitali che hanno una formazione universitaria importante". E, siccome le risorse sono quelle che sono, bisogna ottimizzare. Dunque il sottosegretario Sgarbi entra di nuovo a gamba tesa sul progetto dell’architetto giapponese Isozaki che, a Firenze, aveva vinto (con il collega Andrea Maffei nel 1999) il concorso internazionale per la realizzazione dell’uscita dei Grandi Uffizi. La grande loggia in pietra e acciaio che, nell’idea dell’archistar, avrebbe dovuto fare eco alla Loggia dei Lanzi in piazza della Signoria. "Ma per carità – si accende di furore il critico d’arte – Quell’obbrobrio non si farà".

Il critico d’arte mette la parola fine. Dice di aver condiviso la decisione con il ministro e infila la quarta contro l’idea del sindaco di Firenze Dario Nardella, convinto che a quel progetto si debba dar gambe: "Si tratta di un concorso internazionale – ha detto Nardella – se non gli dessimo attuazione perderemmo anche di credibilità". Il conflitto, è evidente, è diventato anche di natura politica. "Non c’è nessuna polemica, la linea del governo è decisa: non si buttano soldi su un progetto vecchio, incredibilmente costoso e invasivo", incalza il critico d’arte. Non importa se nell’agosto 2020, l’allora ministro della Cultura Dario Franceschini aveva rifinanziato l’intera operazione Uffizi con 12 milioni di euro. "Li investiremo meglio".

Per Sgarbi della questione "non c’è più nemmeno da discutere: capitolo chiuso". "Noi siamo i committenti e decidiamo cosa realizzare, se c’è il vincitore di un concorso è legittimo e giusto che venga pagato, e così faremo. Ma non siamo obbligati a fare un progetto che l’architetto non vuole cambiare". C’è un problema: dare dignità all’uscita degli Uffizi, cancellare la gru del cantiere che troneggia nello skyline dal 2007. "All’interno degli Uffizi ci sono validissimi architetti che potranno realizzare un progetto semplice, un’uscita con una piccola pensilina in linea con la tradizione: non si buttano soldi per un’opera faraonica orribile, li investiamo in progetti utili e per l’assunzione di personale – va a ruota libera il sottosegretario – Ho spiegato al ministro che anche Franco Zeffirelli e Oriana Fallaci erano contrari alla loggia di Isozaki, e finché saremo al governo non si farà".