Venerdì 19 Aprile 2024

La corrente di Bossi I vecchi militanti dicono sì

Il Senatùr propone un ritorno alle origini nel nome del Nord (e contro Salvini)

di Gabriele Moroni

VARESE

Nasce all’interno della Lega per Salvini premier. Nel nome e nel segno del patriarca fondatore. Umberto Bossi propone il “Comitato del Nord”. Una corrente, la prima nella storia delle Lega. Uno "strappo" dalla Lega di Salvini? Numeri, forza, organicità della nuova creatura bossiana sono tutti in attesa di verifica. Così come si dovrà attendere per capire se si verificherà una saldatura con i personaggi e le "centrali" dell’anti-salvinismo. Nella villetta di Gemonio Bossi riceve molte visite. È contento quando gli riferiscono degli "era ora" che militanti e anche qualche politico postano su Facebook. La caduta alle elezioni politiche è stato l’innesco. Uomini della Lega di Varese, da sempre contrari alla svolta nazionale ma forzatamente silenti al tempo dei trionfi salviniani, hanno ripreso gli spiriti. Sono iniziati i contatti con Bossi, favoriti e filtrati, si sussurra, anche dai rapporti familiari di alcuni con la stretta cerchia familiare del Senatùr. È stato l’incontro fra chi meditava da tempo una rivincita e un Bossi amareggiato, ma ancora desideroso di battersi per gli ideali dI un tempo.

Quando si fa il suo nome come uno degli ispiratori dell’operazione, l’interessato sorride, para, fa cartoccio e smentisce nettamente. Marco Reguzzoni è entrato nella Lega a quindici anni. stato presidente della Provincia di Varese dal 2010 al 2012, capogruppo alla Camera dal 2010 al 2012. "Assolutamente no. Non sono l’ispiratore proprio di niente. Dieci anni fa ho lasciato la politica attiva e poco dopo non ho rinnovato la tessera della Lega. Con Umberto il dialogo non si è mai interrotto e condivido con lui un’analisi politica. Il mio interesse per la politica oggi è esclusvamente di culturale. Sono iscritto a Scienze politiche all’università di Pavia, rifletto sulla diversa segmentazione dell’elettorato che si sta prospettando. Ma non ho altri ruoli e non intendo averli". Ex ministro della Giustizia, nome storico della Lega, Roberto Castelli è da sempre un federalista appassionato, sostenitore dell’autonomia. Nelle sue dichiarazioni un "se" suona nello stesso tempo prudente ed eloquente: "L’Associazione Autonomia e Libertà, da me fondata, con le sue molte centinaia di iscritti, segue con attenzione questa iniziativa che, se nata in modo non strumentale, darà voce alle istanze del Nord, completamente trascurate nell’ultimo quinquennio. Ben vengano tutte le voci che tengono viva la questione settentrionale".

E i militanti, soprattutto quelli della Lega d’antan? Dalla "culla" varesotta del Carroccio la voce anonima ma sicura di un leghista antico: "L’importante è che quello di Bossi non sia solo un nome da mettere davanti, una specie di tabernacolo da mostrare e portare in giro". "Autonomia nell’unità del movimento" è il messaggio affidato da Graziella Giacon, nella Lega dagli albori (era il 1990), una storia politica che l’ha vista segretaria della sezione di Laveno Mombello, sindaca, assessore provinciale. "Giovedì ci troveremo a Saronno per l’assemblea dei militanti della provincia di Varese. Parleremo. Il referendum è stato chiaro: autonomia. Spero, mi auguro che non facciano una corrente, che siano tutti ragionevoli e si cerchi di portare avanti una linea unitaria".