Venerdì 19 Aprile 2024

La Corea del Nord alza il tiro Un missile spaventa Tokyo

Il vettore sorvola il Giappone. La strategia del regime per trattare con gli Usa

Roma, 5 ottobre 2022 - Mentre la Russia non esclude l’uso di armi nucleari "per difendere il territorio russo", nella notte italiana tra lunedì e martedì la Corea del Nord ha effettuato il lancio di un missile, verosimilmente un Hwasong 12 (un missile intermedio in grado di portare una testata nucleare). Il vettore ha volato ventidue minuti percorrendo 4.600 chilometri e transitando sopra il Giappone. È scattato l’allarme anti-missilistico a Tokyo, dove la popolazione è stata invitata a rifugiarsi nella metro. Il missile è poi finito nell’oceano Pacifico, 3.200 chilometri ad Est dell’arcipelago. Pronta la reazione americana. Joe Biden ha parlato con il primo ministro giapponese Fumio Kishida ribadendo la condanna del test missilistico, "destabilizzante per la regione e una chiara violazione delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza Onu". Usa e Corea del Sud hanno risposto con esercitazioni congiunte simulando un "bombardamento di precisione".

Aggiornamento: Corea del Sud e Usa sparano 4 missili sul Mar del Giappone: uno si schianta al suolo

Era già successo nel 2017, ma il lancio di ieri è più preoccupante perché l’8 settembre scorso il Parlamento nordcoreano ha approvato la nuova legge sul nucleare, che ne legittima l’utilizzo anche come "first strike" (primo colpo) in seguito a un attacco convenzionale o anche solo per il timore di un attacco convenzionale o nucleare contro Pyongyang. Il regime teme infatti un blitz sudcoreano per eliminare la leadership comunista (la cosiddetta strategia della "decapitazione", ventilata nel 2016 e riproposta dal nuovo presidente sudcoreano Yoon Suk-Yeol). Per questo Kim Jong-un mostra i muscoli e cerca alleati. Ieri ha riconosciuto la validità dei referendum organizzati dalla Russia nei territori ucraini occupati.

La strategia del regime è duplice. Da un lato perfezionare i prossimi missili a lungo raggio (Hwasong 14, 15 e 17), in grado di colpire gli Usa; dall’altro confermare che la scelta di avere un arsenale nucleare è irreversibile. Questo però potrebbe essere la premessa per riproporre agli Stati Uniti una trattativa basata da un lato sul riconoscimento dello stato di fatto, e quindi dell’esistenza e dello status nucleare di Pyongyang, dall’altro sulla disponibilità a non schierare missili a lungo raggio in cambio dello stop alle sanzioni. Naturalmente Kim non cederebbe l’arsenale esistente (60 testate), ma lo “congelerebbe“. Difficile che gli americani accettino, ma vista la fine fatta da Gheddafi o da Saddam, Kim ha capito che solo l’arsenale nucleare può rappresentare una garanzia.