
Isabella Passaglia e Glenda Giovannardi, la coppia che ha visti riconosciuti i propri diritti
LIDO DI CAMAIORE (Lucca) "Ci credevamo e speravamo in una sentenza storica": Isabella e Glenda, Glenda e Isabella, avvocate, ma prima ancora madri e donne forti. E da ieri identiche nei diritti verso i due figli minori, nati all’Ospedale della Versilia, nel comune di Camaiore, in provincia di Lucca. Un sogno che diventa realtà sciogliendo un’attesa profonda e sofferta, seppur nell’amore e nella comprensione della gente comune che spesso anticipano quella del diritto scritto. Emozionata, Isabella Passaglia, studio legale viareggino e unione civile con la collega Glenda Giovannardi celebrata nel 2020 nella città di mare, è stata presa d’assalto da chiamate di parenti, amici, media. "Felicissime e commosse" è stata la loro prima reazione a caldo.
Avete sempre nutrito fiducia nella giustizia? "La lotta fin dall’inizio ci ha unito ancora di più – risponde Isabella – e contavamo davvero in un provvedimento storico della Corte Costituzionale. Sì, crediamo nella giustizia. Adesso speriamo davvero che la strada si apra verso orizzonti sempre più ampi…". Ieri i loro figli, femmina e maschietto, lui nato dopo la circolare ministeriale stringente del 2023, avevano in programma una gita alla Cittadella del Carnevale con la scuola materna e, se la sentenza fosse stata diversa, Isabella avrebbe potuto andarlo a prendere come "persona di fiducia", conosciuta alle maestre e non come mamma a tutti gli effetti.
Che giornata è stata? "Nel pomeriggio i bambini hanno avuto la prima gita in Cittadella e stiamo vivendo dalla notizia della sentenza momenti di vera emozione, un vortice di sensazioni".
Una gioia e una conquista intrise nel fatto che la prassi umana sia divenuta norma nell’interesse del loro bimbo e di tutti i bimbi a cui, fino a ieri veniva negato il riconoscimento da parte della mamma "intenzionale".
All’inizio della battaglia come è stato, come vi sentivate? "Più che sfiduciate, eravamo arrabbiate con un sistema che discrimina. Solo stamani (ieri, ndr) in effetti abbiamo toccato davvero con mano e realizzato la vittoria".
Una parola anche per le istituzioni locali? "Il comune di Camaiore si è speso molto per noi costituendosi in nostro favore all’udienza del Tribunale di Lucca e siamo grate di ciò: tutti ci abbiamo sperato con tenacia".
Ieri era Santa Rita, la santa avvocata dei casi impossibili: anche i laici, fiduciosi e combattivi, potrebbero credere che non si tratti di una coincidenza.
Che cosa insegnate come valore primario ai vostri figli? "Il rispetto, senza alcun dubbio". E adesso? "Che le lotte portano risultati. Questo è un piccolo tassello e ci auguriamo che si riesca piano piano a ottenere altre conquiste". Come descrivete in una parola la felicità di mamme? "Fantastica, la cosa più bella".
Le vostre maggiori paure? "Abbiamo avuto dei timori. Da un punto di vista sanitario perché io sono la madre intenzionale e se ci sono solo io con il piccolo non vengo riconosciuta dal personale sanitario; a livello successorio nel caso in cui venisse a mancare la madre biologica, ma anche nel caso in cui la coppia dovesse decidere di separarsi. Non abbiamo mai incontrato alcuna ostilità, ma anche banalmente prendere mio figlio a scuola fino a ieri avrebbe potuto rappresentare un problema, come detto prima".