Martedì 16 Aprile 2024

La contraccezione intrauterina

Riflettori puntati sui dispositivi a lento rilascio di basse dosi di progestinico. Tre anni di copertura anticoncezionale, se ne parla al congresso di ostetricia e ginecologia di Cagliari

Nel combo, le dimensioni del dispositivo in utero con immagini tratte dal sito www.jaydess.com

Nel combo, le dimensioni del dispositivo in utero con immagini tratte dal sito www.jaydess.com

Cagliari, 30 settembre 2014 - I principali metodi contraccettivi intrauterini (IUC) sono il sistema a rilascio di progestinico (o IUS) e la spirale al rame (o IUD). Lo IUS è un dispositivo a forma di T, che presenta nella parte verticale un deposito costituito da una membrana semipermeabile contenente l’ormone. Ogni giorno rilascia localmente una piccola quantità regolare di progestinico. Può rimanere in sede 3- 5 anni, dopodiché viene sostituito. Medicato con ormoni, agisce localmente ispessendo il muco cervicale, impedendo così la risalita degli spermatozoi e prevenendo la fecondazione. L’efficacia contraccettiva di questo metodo è molto alta e superiore a quella dei comuni dispositivi intrauterini. A differenza di questi metodi, inoltre, offre un importante beneficio nel migliorare il dolore mestruale, il flusso abbondante, la dismenorrea e la menorragia presenti già prima dell’inserimento.

I dispositivi associano i vantaggi dei metodi ormonali, in termini di elevata efficacia contraccettiva e riduzione del dolore mestruale, alla somministrazione per via intrauterina e quindi locale. Viceversa le spirali al rame possono causare sanguinamenti prolungati e dolorosi. Il sistema intrauterino a rilascio di progestinico: - non protegge da infezioni e malattie sessualmente trasmissibili (come HIV, Chlamydia, Candida, epatite B e C, gonorrea, HPV e sifilide) - può causare infezioni o infiammazioni pelviche e a volte questi disturbi possono determinare una riduzione della fertilità o aumentare il rischio di una gravidanza extra-uterina. Il tubo di inserimento dello IUS è in grado di proteggere il dispositivo da contaminazioni microbiche durante l’operazione di applicazione. L’inseritore è progettato per ridurre al minimo il rischio di infezioni.

Alcuni studi indicano una minore incidenza di infezioni pelviche in donne che utilizzano lo IUS rispetto a quelle che adoperano dispositivi intrauterini al rame; - presenta possibili effetti collaterali: i più diffusi sono i cambiamenti o disturbi mestruali (dismenorrea, variazioni del ciclo, flussi abbondanti, spotting). In alcune donne può inoltre provocare mal di testa, acne, tensione mammaria, sbalzi di umore. Tutte queste controindicazioni sono più frequenti durante i primi mesi dall'applicazione e tendono successivamente a scomparire. L’uso di alcuni farmaci può interferire con l'efficacia di questa spirale; - può essere espulso dall’organismo: si tratta di un fenomeno molto raro e può avvenire con maggiore frequenza nei primi tre mesi dall'inserimento. L'espulsione può essere asintomatica o preceduta da chiari segnali come contrazioni o emorragia. In questo caso occorre rivolgersi subito al medico; - deve essere inserito in utero dal ginecologo: solo il personale medico specializzato può svolgere questa operazione. L'inserimento dura pochi minuti e può essere svolto anche a livello ambulatoriale.

Un sistema intrauterino ormonale a basso dosaggio come Jaydess (LNG-IUS 13.5mg) si distingue per la durata della sua azione contraccettiva, di tre anni. Perché è smart? È attualmente il più piccolo a disposizione delle donne (28X30 millimetri) e assicura la massima efficacia contraccettiva con il minimo dosaggio possibile di ormoni, rilasciati localmente. Libera la donna dalla routine contraccettiva: il suo utilizzo non richiede un’assunzione giornaliera, settimanale o mensile e quindi nemmeno calcoli o sforzi mnemonici. Di queste tematiche si è parlato a Cagliari in occasione del congresso delle società scientifiche italiane di ostetricia e ginecologia.

È disponibile in Italia? Certamente sì, Jaydess è stato approvato dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ed è disponibile anche nel nostro Paese. Negli Usa aveva già riscosso un grandissimo successo tanto da diventare il metodo più diffuso tra le donne. Come funziona? È composto da un tubicino flessibile di plastica a ​forma di T. Attraverso una membrana permeabile Jaydess rilascia direttamente nell’utero una bassa dose di ormone progestinico levonorgestrel (una media di 6 mcg al giorno). In questo modo, a differenza di altre forme di contraccezione, solo piccole quantità di ormone entrano in circolo. Previene una possibile gravidanza in quanto: • provoca un ispessimento del muco cervicale e impedisce allo sperma di raggiungere l'utero e di fecondare un uovo • inibisce lo sviluppo dell’endometrio (il rivestimento dell'utero) • modifica l’ambiente dell’utero e delle Tube di Falloppio, riducendo così la capacità di movimento e funzionamento dello sperma. La donna durante l’uso del dispositivo mantiene l’ovulazione.

Come viene inserito il dispositivo? Come per tutti i sistemi intrauterini anche Jaydess deve essere posizionato nell’utero da un ginecologo. Le sue piccole dimensioni rendono l’operazione di inserimento molto facile per il medico e non traumatica per la donna. Quasi tre quarti delle utilizzatrici (72%) hanno segnalato solo un lieve o nessun dolore durante la procedura di collocamento2 inserito, il sistema può rimanere nell’utero fino a tre anni, garantendo un’elevata protezione. Deve essere collocato entro sette giorni dalla comparsa delle mestruazioni. Una volta che la donna decide di interrompere l’utilizzo, lo IUS viene rimosso (sempre dal ginecologo) e ciò comporta un immediato ritorno al livello abituale di fertilità. Jaydess può essere tolto in qualsiasi momento del ciclo mestruale. Una volta che la donna decide di interrompere l’utilizzo, il sistema è rimosso con una semplicissima procedura svolta sempre da un medico specialista. Questo comporta un immediato ritorno alla fertilità e quindi la possibilità fin da subito di incorrere in una gravidanza. Alcune donne rimangono incinte già dopo un mese dalla rimozione.

Quanto è efficace Jaydess nel prevenire una gravidanza indesiderata? L’efficienza di un contraccettivo può essere misurata attraverso l’Indice di Pearl, che indica il numero di gravidanze che si verificano in 100 donne che usano un metodo per un anno. Per Jaydess questo è di 0.33: la sua efficacia non dipende dall’aderenza da parte della donna, come succede per gli altri metodi ormonali. Può essere utilizzato da tutte le donne? Le sue dimensioni molto ridotte e la bassa dose ormonale rilasciata a livello locale rendono Jaydess un sistema intrauterino che può essere usato (salvo rare eccezioni) da tutte le donne in età fertile, sia nullipare che non nullipare. Alcuni possibili effetti collaterali (comuni a quelli degli altri IUS) sono mal di testa, iniziale dolore addominale o pelvico e leggero sanguinamento irregolare nei primi mesi dall’inserimento.

Alessandro Malpelo

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