Venerdì 19 Aprile 2024

La conferenza di Parigi Un tavolo per l’Ucraina "Salviamo i civili dal freddo e dalla fame"

L’appuntamento voluto da Macron. Non si parlerà di armi e pace. Allo studio un piano pratico per il sostegno della popolazione. Quarantacinque nazioni presenti. Resta l’incognita Turchia

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di Marta Ottaviani

Una conferenza per aiutare l’Ucraina a superare l’inverno. Oggi a Parigi i rappresentanti di 45 Paesi e 24 fra le maggiori organizzazioni internazionali si siederanno a un tavolo per capire come venire in soccorso di Kiev nei prossimi mesi, che saranno cruciali non solo per le operazioni sul campo, ma per la resistenza stessa del popolo ucraino. La mattina è prevista una sessione multilaterale, il pomeriggio sarà la volta del bilaterale fra Francia e Ucraina.

Fonti diplomatiche vicine all’organizzazione della Conferenza, parlando con il Qn hanno voluto sottolineare proprio l’aspetto pratico dell’appuntamento di domani. "L’obiettivo – è il ragionamento – è aiutare la popolazione ucraina in modo molto concreto. Non solo con denaro, ma anche con materiali che possono rivelarsi particolarmente importanti in questo momento e che sono concentrati in cinque settori: acqua, trasporti, cibo, sanità ed energia".

L’iniziativa, fortemente voluta dal presidente francese, Emmanuel Macron, è stata annunciata durante la sua visita ufficiale a Washington la settimana scorsa, ma era stata concordata con il Presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, già da novembre. A rendere necessario l’appuntamento è lo stato in cui versano alcune regioni dell’Ucraina, da settimana sotto attacco da parte dei missili russi. Una pioggia di fuoco che si sta abbattendo contro i civili, colpendo reti di distribuzione elettrica, linee di trasporto. Le condizioni di vita sono sempre più difficili. Da qui, l’idea di organizzare una piattaforma digitale, che verrà presentata oggi durante i lavori, dove il governo ucraino potrà segnalare quello di cui ha più bisogno e la comunità internazionale rispondere alle richieste.

"Questa volta – continuano le fonti diplomatiche vicine agli organizzatori – non si parla di armi. Non è una conferenza di pace. Il punto è l’appoggio alla popolazione civile. Serve tutto, dai generatori di energia al metallo per riparare i binari delle linee ferroviarie. In questo senso, assume molto rilievo anche la partecipazione di 24 organizzazioni mondiali. Fra queste ci sono istituzioni internazionali, come la Banca Mondiale e il Programma Alimentare Mondiale, oltre all’Organizzazione Mondiale per la Sanità, che possono dare una gran mano per coordinare gli aiuti nei settori che sono stati individuati".

Parigi al centro del mondo, dunque. Per l’Italia, come per molti altri Paesi, ci sarà il ministro degli Esteri. Fino a ieri sera, la Turchia, che ambisce ad avere un ruolo importante nella mediazione, non aveva ancora fatto pervenire il nome del suo partecipante.

Domenica il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, ha parlato al telefono prima con Putin, con cui ha discusso di Siria e gas, e poi con Zelensky, al quale ha continuato a garantire l’appoggio di Ankara. Segno che la Mezzaluna continua a condurre la sua partita in solitaria, cercando, finché si riesce di mantenersi equidistante, senza però indispettire nessuna delle due parti in causa.