La colomba Centinaio "Dialogo con i bossiani Ma niente spaccature in vista delle regionali"

Il vicepresidente del Senato: espulso solo chi già voleva lasciare il partito "Una lista a sostegno di Fontana danneggerebbe il governatore. Chi appoggia Letizia Moratti è da considerare un avversario"

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di Ettore Maria

Colombo

Gian Marco Centinaio (classe 1971, di Pavia), un lungo cursus honorum alle spalle nella Lega e nelle istituzioni (parlamentare più volte rieletto, è stato ministro dell’Agricoltura e del Turismo e oggi è vicepresidente del Senato) è un leghista di rito salviniano, ma morbido. Un moderato. Non lancia anatemi contro i bossiani, ma cerca il dialogo, evitando rotture deflagranti nella Lega, oggi attraversata da venti di scissione e liste autonome come il Comitato Nord in Lombardia.

Salvini procede a espulsioni verso il Comitato Nord. Loro chiedono agibilità politica nella Lega. Lei che soluzione propone?

"Sono stati espulsi solo i pochi che avevano già deciso di lasciare il partito. A loro faccio i miei auguri, perché finora nessuno, dopo essersene andato, ha avuto fortuna. Poi c’è chi dall’interno chiede più attenzione su alcuni temi e alcuni territori. Io non ho capito se quello che chiamano Comitato del Nord vuole contribuire a questo dibattito o pensa già a prendere altre strade. Prima di tutto è meglio superare questa ambiguità. Se la loro intenzione è quella di rimanere, ricordo che da poco ci sono stati i congressi che hanno dato spazio e voce a tutti e sono certo che anche Matteo Salvini ascolterà queste voci, se il loro obiettivo è dare più forza alla Lega come partito nazionale e autonomista. A volte, quando ci si parla, si scopre che sono più le cose che accomunano di quelle che dividono".

Se il Comitato Nord lanciasse una lista a sostegno della ricandidatura di Fontana che male c’è?

"Sono convinto che il primo a perderci sarebbe lo stesso Fontana. Di fronte alla spaccatura delle opposizioni, dobbiamo tenere il fronte compatto".

Chi appoggia la Moratti, leghista o meno, è invece da considerarsi come un avversario?

"O si sta di qua o di là, mi sembra chiaro. Fontana secondo me resta il grande favorito, ma più che da Moratti o Majorino dovrà guardarsi da chi, nel nostro schieramento, pensa che la corsa sia talmente facile da poterla complicare con egoismi e divisioni".

Presidente, il Senato dovrà approvare la manovra in due giorni, se va bene. Siete ridotti al ruolo di passacarte o serve la riforma del bicameralismo?

"Purtroppo, da troppi anni solo una delle due Camere riesce a esaminare di fatto la legge di Bilancio. Questo governo è riuscito a preparare il testo e portarlo all’approvazione pochissimo tempo dopo le elezioni, ma è chiaro che, se il bicameralismo paritario esiste, bisognerebbe rispettarlo. Altrimenti sì, meglio modificarlo".

Cosa rivendica la Lega all’interno dell’attuale manovra? E vi è convenuto andare al governo?

"Dopo 11 anni, finalmente facciamo parte di un governo di centrodestra, scelto dai cittadini, con un orizzonte di cinque anni. Ora la Lega può riportare al centro dell’attenzione le piccole e medie imprese, i professionisti, i lavoratori e le famiglie, la tutela dei nostri prodotti e del territorio, le infrastrutture, la riduzione di tasse e burocrazia, le autonomie locali. Abbiamo iniziato a lavorarci con la manovra, il nuovo Codice degli appalti, il decreto Aiuti quater. Finora abbiamo avuto poco tempo e poche risorse, nei prossimi anni faremo molto di più".