Giovedì 18 Aprile 2024

La Cina muove su Taiwan E sfida Biden

Cesare

De Carlo

Sun Tzu. Chi era costui? Un generale, uno stratega, un filosofo dell’antica Cina. Se vuoi la vittoria – predicava – devi conoscere il tuo nemico. E’ quello che il presidente della Cina attuale sta facendo. Che tipo è Biden? Sino a che punto lo può sfidare in un momento in cui il ’suo’’ virus ha messo gli Stati Uniti in ginocchio? Per saperlo spedisce aerei e navi nello stretto di Taiwan mentre la portaerei Roosevelt accorre in soccorso. Biden è in carica da nove giorni. Ma non è un caso se il primo test di affidabilità sia con la superpotenza destinata – sempre grazie alla pandemia – a superare il pil americano con cinque anni di anticipo. Pretesto: l’indipendenza di Taiwan, la ex Formosa, nata nel 1949 quando Chang Kai Shek, persa la guerra civile contro Mao, si ritirò nell’isola e ne fece la seconda Cina. Una piccola, democratica Cina in contrapposizione con il gigante totalitario in continente. Bene, anzi male nel senso che il gigante non ha mai rinunciato ad assorbire i fratelli separati. I quali da 72 anni si appoggiano sull’alleanza militare con gli Stati Uniti. A dire la verità nemmeno loro ne riconoscono più l’indipendenza formale. Fu il prezzo pagato da Nixon per la storica apertura alla Cina. Da formale l’indipendenza divenne di fatto. Da cui discese anche il revocato seggio all’Onu. Ma le garanzie di sicurezza non vennero mai meno.

Taiwan non è una finzione. Ha un potente apparato militare e un’economia vibrante. E’ il 17esimo Paese più ricco del mondo. E poi è libero. Che accadrà? Queste crisi sono ricorrenti. Ma è la prima volta che il regime comunista parla di guerra. Guerra calda, ben più preoccupante di quella fredda iniziata prima di Trump, dei dazi, della pandemia. Biden rassicura: il nostro impegno è solido come una roccia. Davvero? Sarà disposto a far esplodere il mondo per Taiwan? Questa è la scommessa di Xi e del suo montante imperialismo.