Giovedì 18 Aprile 2024

La Cina chiede un suo ruolo in Ucraina

Cesare

De Carlo

oesistenza pacifica": il concetto risale a Nikita Kruscev, il presidente sovietico che negli anni Sessanta liquidò lo stalinismo e lo sostituì con il "reciproco rispetto" e la "cooperazione bilaterale" con l’altra "potenza". Il virgolettato non è casuale. Riflette il lessico usato ieri da Xi Jinping in un messaggio inviato a New York, al Comitato per le relazioni US-Cina. Relazioni da seconda guerra fredda. La prima aveva visto la contrapposizione fra Unione Sovietica e Stati Uniti. Kruscev aveva cambiato solo i toni. Alle minacce di Stalin aveva fatto seguire il pacifismo tanto caro ai comunisti di casa nostra. Era – lo ricorderete – il pacifismo cieco da un occhio, perché copriva in realtà l’espansionismo della superpotenza alternativa. Oggi la superpotenza alternativa non è la Russia postcomunista. È la Cina tuttora comunista. E il suo presidente dittatore, pur con arsenali nucleari trascurabili rispetto a Putin, è assurto a rivale numero uno degli Stati Uniti. Di qui il suo appello per "accordi" in un "mondo che oggi non è né pacifico né tranquillo". Il timing ha un significato. Non perché sia il primo messaggio dopo il terzo mandato alla testa del partito comunista, ma perché fra circa due settimane Xi dovrebbe incontrare a Bali, Indonesia, in margine al G20, il presidente americano Joe Biden. Ed è altrettanto ovvia la sua ambizione di fare da mediatore per l’Ucraina. È l’unico interlocutore di Putin al quale ieri ha ripetuto il "forte sostegno", tramite il ministro degli Esteri. Il suo calcolo guarda al dopo voto americano. Fra una decina di giorni il Congresso con ogni probabilità avrà una maggioranza repubblicana. Biden a Bali si presenterà come un’anatra zoppa. E dunque non più in grado di difendere la linea oltranzista. Il suo appoggio a Zelensky sarà meno incondizionato. Lo chiede anche un’ala dei democratici.

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