La Centrale sotto assedio Quell’esercito di invisibili ai confini della legalità

In zona stazione furti, borseggi e tentati omicidi. Ogni giorno segnalate 50 persone. Africani e asiatici, i pericoli nei dintorni dello scalo (con 320mila passeggeri di media).

La Centrale sotto assedio  Quell’esercito di invisibili  ai confini della legalità

La Centrale sotto assedio Quell’esercito di invisibili ai confini della legalità

di Nicola Palma

28 marzo: arrestato un ventisettenne algerino, bloccato dalla polfer dopo aver rubato il borsello a un uomo che stava scaricando la bici dal portellone posteriore dell’auto. 28 marzo: denunciate tre borseggiatrici di 20, 25 e 26 anni, sorprese dai vigili a rubare il portafogli a una turista in metrò. Primo aprile: arrestati due marocchini di 27 e 31 anni, fermati dopo aver derubato della borsetta una turista. 15 aprile: arrestati due marocchini di 29 anni, presi dalla polfer dopo aver rubato il bagaglio a un viaggiatore che stava bevendo un caffè al bar. 21 aprile: indagati dai carabinieri tre marocchini e due gambiani, protagonisti di una maxi rissa a colpi di rami e pietre. 24 aprile: arrestati due gambiani di 25 e 32 anni e un maliano di 42, ammanettati dai carabinieri dopo aver sfregiato un operaio di 42 anni con un paio di forbici per portargli via 50 euro. 25 aprile: fermato per tentato omicidio un trentenne somalo, accusato dai vigili di aver colpito alla gola un connazionale con un coccio di bottiglia.

Cronache dell’ultimo mese alla Stazione Centrale. I mattinali delle forze dell’ordine raccontano l’assedio continuo di ladri, rapinatori, spacciatori e sbandati più o meno stanziali all’area che ruota attorno allo scalo ferroviario più importante di Milano, ogni giorno attraversato in entrata e in uscita da 320mila passeggeri. Basta fare un giro a metà pomeriggio per avere un quadro della situazione: i numeri non sono quelli dell’emergenza migranti di qualche anno fa, ma gli ultimi report parlano di una cinquantina di persone che vengono costantemente segnalate dalle parti di piazza Duca d’Aosta. Il gruppo più consistente passa le giornate di fianco a un negozio di souvenir; altri sono presenze fisse poco più in là, nei pressi di un fast food; e altri ancora si piazzano vicino alla Galleria delle Carrozze, porta d’accesso alla Centrale. Sono quasi tutti nordafricani e centrafricani, alcuni con precedenti per furti, rapine e spaccio; a loro si aggiunge una piccola pattuglia di asiatici e altri che rientra in un continuo turnover più complicato da mappare. Di quest’ultimo mini-esercito di invisibili faceva parte pure Abrahman Rhasi, il ventitreenne arrestato la sera del 6 marzo dopo aver rapinato cinque donne sole incrociate casualmente tra via Sammartini e viale Brianza e aver ferito a coltellate i tre passanti intervenuti per disarmarlo. A meno di due mesi da quella mezz’ora da incubo, il nodo sicurezza è riemerso come un fiume carsico, rilanciato dal brutale assalto compiuto all’alba di giovedì in uno degli ascensori interni della stazione dal ventiseienne marocchino Fadil M., altro fantasma con diversi alias e una vita randagia. Un assalto che ha (ri)puntato i riflettori sullo scalo ferroviario e su ciò che lo circonda. Non che fossero spenti, anzi.

A fine 2022, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e il sindaco Giuseppe Sala hanno concordato un giro di vite in quel quadrante della metropoli per rispondere all’incremento dei reati predatori e alla crescente percezione di insicurezza, con una strategia di blitz continui estesa pure a Roma e Napoli. Il bilancio dei primi tre mesi di attività parla di una trentina di servizi complessivi, più di 44mila persone controllate, 50 arrestati, 633 denunciati, quasi 800mila euro di sanzioni amministrative e più di 6mila uomini impiegati. "La professionalità della polfer e la tempestività dell’azione di contrasto degli episodi criminosi conferma l’efficacia dell’intensa e costante attività interforze – hanno fatto sapere ieri dalla prefettura –. Il grave fatto di violenza rappresenta una spinta a proseguire nel percorso intrapreso con ancor più impegno per prevenire la commissione di reati". Eppure l’allarme criminalità è tornato a risuonare. Sempre in Centrale. Dentro la Centrale.