Martedì 23 Aprile 2024

La Cassazione assolve i tradimenti seriali. Niente soldi alla moglie: accettava le corna

Divorzio a Pesaro: per i giudici la donna ha tollerato per anni le infedeltà del marito e non può più dire che sono causa della crisi.

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Hai le corna e vuoi che che il coniuge fedifrago si prenda la colpa di aver mandato in pezzi il matrimonio? Bene, bando alla vergogna, dillo subito o taci per sempre. Ma se lo dici, porta anche delle buone prove sul tavolo del giudice. A dimostrazione che quelle infedeltà sono state la causa della fine della storia. E allora avrai la speranza di uscire dal Tribunale con in mano l’atto di separazione con addebito al tuo marito traditore.

Altrimenti potresti trovarti nella stessa situazione di una pesarese 71enne che ha perso la sua guerra dei roses contro l’ex ed è tornata a casa, non quella coniugale che avrebbe voluto per metà, a mani vuote, senza riconoscimento dell’addebito e neppure un centesimo di mantenimento.

La vicenda viene alla ribalta con la recente sentenza della Corte di Cassazione che è tornata a ribadire un concetto: non scatta l’addebito per chi tradisce se l’altro tollera le infedeltà per anni. Insomma, se si lascia passare troppo tempo, anche le corna si prescrivono.

Ma sono anche altri i punti a cui prestare molta attenzione. E la storia pesarese li mette ben in evidenza. Tutto parte dalla fine. Come al solito in questi casi. Dopo 30 anni di matrimonio, lui, 74enne pesarese, bancario in pensione, lei ex impiegata di 71 anni, nel 2009 arrivano al capolinea.

La moglie presenta il suo conto della separazione: 700 euro al mese, più 250mila euro o almeno la metà dei risparmi messi da parte durante la loro vita insieme e metà della casa coniugale. Ma chiede anche che al marito venga riconosciuto l’addebito perché dice di essere stata tradita più volte e che le sue corna fossero sulla bocca di tutti. Il presunto fedifrago nega tutto. Il Tribunale di Pesaro respinge ogni richiesta della donna.

Per il giudice, la tradita non ha portato alcuna prova di quelle relazioni proibite, se non dei testimoni che hanno detto di averle sapute da lei. Ma poi, aggiunge, anche se le avesse dimostrate, si sarebbe svegliata troppo tardi per denunciarli. E soprattutto dopo averli tollerati per 15 anni. Impossibile quindi asserire che le corna siano la causa della crisi.

Sul punto la giurisprudenza è chiara. E la sentenza degli ermellini lo ha puntualizzato ancora: "Per la mancanza di indicazioni temporali certe e comunque per la risalenza di tali relazioni extraconiugali, secondo la prospettazione della ricorrente, la prova del nesso causale, anche a voler ritenere provate le suddette relazioni, sarebbe mancata".

La moglie torna alla carica in appello. Ma anche i giudici dorici le danno picche. Gioca la sua ultima carta in Cassazione. Ma perde anche il terzo round. E, oltre a non aver avuto niente (perché emerge che ha un reddito personale sufficiente al suo sostentamento), viene anche condannata al pagamento di 6mila euro di spese legali.

Ma cosa le avrebbe dato in più il riconoscimento dell’addebito al coniuge? "Di fatto poco – spiega il difensore del marito, l’avvocato Claudia Cardenà del foro di Ancona –. Se i giudici avessero accolto la domanda di separazione con addebito per infedeltà coniugale, la signora avrebbe potuto chiedere un risarcimento danni per violazione di quello che è un obbligo, la fedeltà appunto". Ma le corna non le ha neppure provate. "E dire che oggi basta poco – continua il legale – con i telefonini non serve più neanche l’investigatore privato. Ma non era il nostro caso, il mio cliente non è un fedifrago".