Martedì 23 Aprile 2024

La campionessa: le ferite mi rendono più forte

Ana Carrasco, 23 anni, prima donna a vincere un mondiale di motociclismo. Ha postato la foto della schiena, ricucita dopo un terribile incidente

di Paolo Franci

"Dicen que lo que no te mata te hace más fuerte...". Dicono che quel che non ti uccide ti rende più forte. Sì, c’è tutta Ana Carrasco in questo scrigno di saggezza popolare che lei ha pubblicato sui social. E lo ha fatto per dare parola a quella foto cruda e ruvida nella sua essenzialità ma anche brutalmente dolce per quel sorriso che, quando lo apre, pare un mondo a parte.

Ana sdraiata, la schiena nuda. Una ‘T’ al contrario disegnata con il disinfettante e, nel mezzo, quella cicatrice che le attraversa la schiena, tratteggiata da punti che ricordano le cuciture di un vecchio pallone da calcio. Sì, brutale. Sì, cruda. Però un esempio di coraggio. Un monito per chi va in moto e pensa che quelle tigri col pieno di cavalli e le bielle roventi possano essere ammansite facilmente. E invece basta un attimo. Uno solo. Come è capitato alla 23enne spagnola nata a Murcia, dove scorre placido il fiume Segura. Lei però, ha dentro di sé le rapide della velocità.

È una super pilota. Prima donna nella storia delle due ruote a battere i maschi nel 2018 laureandosi iridata nella Supersport 300. Durante i test di prova all’Estoril in Portogallo, un paio di settimane fa, Ana incappa in un brutto incidente in sella alla sua Kavasaki. Le passa tutta la vita davanti. Il bollettino è terribile: "Frattura parziale della vertebra T3, e dell’intero corpo vertebrale T4 e T6, con dislocazione a livello della T4 che invade il canale osseo". Il rischio di restare paralizzata è lì, vicino al suo letto d’ospedale. Un maledetto demone silente. Subisce una prima operazione a Lisbona. Poi un’altra a Barcellona. E pubblica quella foto. Sulla schiena il rettilineo di dolore che tutti devono vedere per riflettere. Comprendere quanto la vita sia preziosa ma anche un soffio per chi la sfida in sella ad una belva e stavolta ha evitato il peggio.

È un gran personaggio Ana. Grazie a lei la SS300 è seguitissima. Indomita, eroica: così la vedono i suoi fan. E lei non vede l’ora di tornare a correre e riabbracciarli. Non è un caso che proprio a luglio, Rakuten tv, il canale a pagamento già sponsor del Barcellona, abbia presentato un docufilm in cui Ana si svela al mondo. E dice: "Tutto quello che ho ottenuto rompe le barriere e pone attenzione sulle donne che montano in sella ad una moto". E non è un caso che il film sia racchiuso in tre semplici parole: "Ride Your Dream". Cavalca il tuo sogno. E se possibile domalo, perchè, come dice lei: "I limiti sono solo nella testa di voi maschi". Sorridi Ana e guarisci presto.