La borsa della mazzetta di Chiesa esposta in comune come monito

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Quando l’imprenditore Luca Magni, stanco

di versare soldi a Mario Chiesa decise

di denunciare il presidente del Pio Albergo Trivulzio, nel febbraio 1992, non sapeva

che avrebbe dato il via a Mani pulite. La sua borsa in pelle marrone, firmata

da un noto stilista milanese, finì nelle mani dell’ingegnere socialista e divenne un simbolo di una stagione. La borsa in pelle

– che forse non conteneva i famosi 7 milioni di lire – era tra i reperti giudiziari in qualche scantinato della Procura. L’oblio fino al 2007, quando fu venduta all’asta per 5mila euro, per poi finire a Senigallia, nell’ufficio dell’allora sindaco Luana Angeloni. I ricavi andarono a Libera di don Luigi Ciotti, che di quell’asta fu il banditore. La valigetta è ancora esposta nell’aula del comune marchigiano, come monito per i giovani.