"La benzina della rivolta? Gli errori del governo"

Ricolfi: "I ritardi e le omissioni ci sono costati morti e crollo del Pil. Il malcontento ha offerto ai casseur di ogni tipo un ambiente ideale"

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Roma, 29 ottobre 2020 - Luca Ricolfi, 70 anni, sociologo e analista dei dati autore di saggi illuminanti sulle distorsioni della società italiana, preferisce la severità all’indulgenza. E come presidente della Fondazione Hume, in prima linea nella ricerca sul Covid, pronostica un drammatico avvitamento della crisi.

Evitarlo è impossibile?

"Ormai è tardi. A maggio-giugno si poteva ancora fare molto, sia sull’epidemia sia sull’economia. Oggi i margini sono strettissimi, perché l’epidemia è fuori controllo in Europa, e noi abbiamo già sparato quasi tutte le cartucce, dilapidando in assistenza e bonus a pioggia 100 miliardi di extra-deficit che, almeno per metà, potevano essere usati per salvare il tessuto produttivo".

Estremisti di destra, maghrebini di seconda generazione versione casseur e antagonisti dei centri sociali sembrano convergere sulla stessa trincea di fiamme e disordine. Come interpreta questa deriva?

"In modo opposto a quello del Governo e del ministro dell’Interno. Le rivolte non scoppiano perché c’è chi alimenta e strumentalizza il malcontento ma, tutto al contrario, è l’esistenza di un malcontento diffuso che offre ai casseur di ogni tipo un ambiente ideale in cui nuotare. La vera domanda è: perché, in tutti questi mesi, il Governo ha posto così accuratamente le basi per alimentare le rivolte?"

Le piazze si spegneranno o richiameranno quel pezzo di Paese che ha la pancia vuota e non si sente capito?

"Dipende dalla massa critica. Se la massa critica non viene raggiunta, le rivolte retrocedono come in parte è successo con i Gilets jaunes in Francia. Ma se la massa critica viene raggiunta, allora la situazione può diventare esplosiva. Io tendo a pensare che la massa critica non verrà raggiunta, perché tutti i poteri forti, comprese le organizzazioni sindacali e i maggiori giornali, si stringeranno intorno al governo. Una campagna di delegittimazione criminalizzerà la protesta, e troverà nella rozzezza dei ribelli un’ottima ragione per farlo".

Mattarella firma il decreto ristori

Cosa sta oggi in cima alle preoccupazioni degli italiani: il Covid galoppante, l’indeterminatezza del futuro, il vaccino lontano, oppure altro?

"Tutte queste componenti non sono più separabili. Per la maggior parte di noi comuni cittadini, lo stato d’animo prevalente è l’angoscia per l’impossibilità di pianificare alcunché: né a breve né a medio né a lungo termine".

Il gradimento del governo sta velocemente calando. Cosa dovrebbe fare Conte?

"Conte non può più invertire la rotta. Può solo spaventarci al punto da convincerci, come qualche commentatore sta già facendo al posto suo, che nella tempesta non si può cambiare il capitano della nave, e che è lui l’unica ancora di salvezza. A sostegno di Conte resta solo la ‘sindrome di Stoccolma’, ovvero la speranza che le sue vittime si aggrappino al carnefice".

Il premier carnefice? Argomenti l’accusa.

"Se sei uno studioso indipendente, ti è difficile non vedere che i ritardi e le omissioni del governo ci sono costati migliaia di morti non necessari, e una caduta del Pil sensibilmente superiore a quella inevitabile. Un premier serio direbbe: scusate, abbiamo sbagliato quasi tutto, prometto che non ripeterò gli errori, ma adesso datemi una mano. Non avendo ricevuto alcuna scusa, gli italiani gli daranno una mano lo stesso, ma non potranno liberarsi del dubbio che i loro sacrifici, ancora una volta, saranno perfettamente inutili".

Anche in prospettiva?

"La stagione fredda è lunga e, con un governo incapace di riconoscere i propri errori, non si può non temere che, spenta la seconda ondata, dovremo solo aspettare la terza".

La dialettica tecnico-democratica oscilla tra strappi, protagonismi e scaricabarile. Soffriamo solo noi o anche gli altri pagano pegno?

"Fra i grandi paesi solo la Germania è stata all’altezza, almeno nelle prime fasi dell’epidemia. Ma è l’Europa nel suo insieme che si è rivelata per quello che è ormai diventata, una costruzione artificiale ed acefala, priva com’è di una vera classe dirigente: folle nella politica sanitaria (il minimo era bloccare il turismo internazionale) e accecata dagli egoismi nazionali nella politica economica. Basti dire che non si sa ancora se e quando arriveranno i soldi del Recovery Fund".

I contagi aumentano esponenzialmente. Scenario 1: il governo mantiene il controllo della situazione. Scenario 2: la crisi diventa troppo pesante e maturano le condizioni per un esecutivo d’emergenza. Qual è la sua previsione?

"Se ci fosse ancora Giorgio Napolitano, penso che il governo di emergenza sarebbe già in carica da un pezzo. Temo invece che Sergio Mattarella (e il circolo di persone che lo consigliano) non formalizzerà mai l’impegno che aveva adombrato all’inizio, ossia di tenere in vita il governo giallo-rosso solo se fosse stato all’altezza".

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