Venerdì 19 Aprile 2024

La Bce non cede (per ora) Alza i tassi dello 0,50% ma tace sul futuro I mercati tirano il fiato

Compromesso tra falchi e colombe. Lagarde: "Banche europee solide". Critiche dall’Italia. Tajani scettico: "L’inflazione non si combatte così"

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di Elena Comelli

La Banca centrale europea, come previsto, ha alzato ieri i tassi d’interesse di altri 50 punti-base (0,5%) per la seconda volta consecutiva, portando il tasso sui rifinanziamenti principali al 3,50%, quello sui depositi al 3%, e quello sui prestiti marginali al 3,75%. Dunque nessuna frenata alla stretta monetaria decisa per contrastare l’inflazione rampante nell’area euro. Tuttavia, c’è una prima frenata sulle future intenzioni di mettere a segno nuovi rialzi del costo del denaro. Su questo la Bce non prende impegni, ma ammorbidisce i toni: "L’elevato livello di incertezza rafforza l’importanza di un approccio dipendente dai dati nelle decisioni sui tassi d’interesse", spiega il comunicato. Anche il fatto che l’inflazione del 2025 sia ora prevista al 2,1% (contro il 2,3% delle previsioni di dicembre) indica che una frenata sui prossimi aumenti dei tassi potrebbe essere in vista. Dunque la decisione di ieri, apparentemente intransigente, apre la porta ad un atteggiamento più morbido nei prossimi mesi.

La presidente Christine Lagarde ha ribadito in conferenza stampa il suo impegno a seguire con attenzione le tensioni sui mercati e a intervenire prontamente "per preservare la stabilità finanziaria nell’area dell’euro", confidando nel fatto che "l’economia dovrebbe riprendersi nel corso dei prossimi trimestri". La Bce si attende un aumento del Pil dell’1% nel 2023 e dell’1,6% nel 2024 e nel 2025. Vista l’accresciuta incertezza che al momento circonda le prospettive di inflazione, però, "non è possibile a questo punto determinare quale sarà il percorso dei tassi", ha spiegato Lagarde. Le stime future sul carovita prevedono un’inflazione ancora in crescita al ritmo del 5,3% nel 2023, del 2,9% nel 2024. Per assicurare che "l’inflazione torni all’obiettivo del 2% a medio termine e per preservare l’ordinata trasmissione della politica monetaria, il Consiglio direttivo è pronto ad adeguare tutti i suoi strumenti", ha specificato Lagarde. Ad ogni modo, dalle comunicazioni è sparito ogni riferimento a "intenzioni" sulle mosse future.

Non a caso, dopo la notizia le Borse europee sono tornate a salire e hanno chiuso in deciso rimbalzo, apprezzando il pragmatismo della Bce sui tassi e le rassicurazioni sul sistema bancario europeo arrivate da Francoforte. Parigi ha chiuso in rialzo del 2,03%, Francoforte dell’1,57%, Milano dell’1,38% e Londra dello 0,89%, in scia al sostegno della banca nazionale svizzera al Credit Suisse.

La decisione del board Bce, presa a maggioranza con solo 3-4 contrari, lascia però ancora insoddisfatto il governo italiano. "La Bce non si sta muovendo nella giusta direzione, anche se oggi c’è stato un inizio di ripensamento. A nostro giudizio non è un buon modo di affrontare l’inflazione", ha detto il vicepremier Antonio Tajani al Forum Ansa-Pe. Gli ha fatto eco l’eurodeputato di FdI-Ecr Denis Nesci, componente della commissione Econ: "La scelta Bce di un ulteriore rialzo dei tassi di interesse non è la strada giusta da percorrere". Anche all’interno del consiglio direttivo, è probabile che fra i contrari ci fossero gli italiani. La Bce non dice mai chi abbia votato cosa, ma è un fatto che sia il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, sia il componente italiano del Comitato esecutivo della Bce, Fabio Panetta, lanciano da mesi richiami ad una maggiore prudenza. Le colombe, però, stavolta incassano più dei falchi: il rialzo da 50 punti era già scontato dal mercato ed è stato accolto senza sbandate.