La battaglia dei bottegai "Solo oro a Ponte Vecchio"

Braccio di ferro legale per l’apertura di un negozio che vende anche borse. Chiesti danni per 20 milioni. La replica: "I nostri prodotti sono come gioielli".

La battaglia dei bottegai  "Solo oro a Ponte Vecchio"

La battaglia dei bottegai "Solo oro a Ponte Vecchio"

FIRENZE

Venti milioni e 500mila euro a titolo di risarcimento danni. È quanto domandano 41 negozi-scrigno riuniti nell’associazione fiorentina di Ponte Vecchio. Destinatario della maxi richiesta è Braccialini, brand nato nel 2017 con l’acquisto da parte di Graziella Holding della storica azienda fiorentina, che la scorsa estate ha aperto una boutique proprio su Ponte Vecchio. Finendo subito al centro delle polemiche, perché nel suo assortimento non ci sono solo gioielli ma anche borse, in presunta violazione del vecchio regolamento del Ponte, secondo il quale i negozi che lì si affacciano possono vendere soltanto oro e gioielli. Lo stesso Braccialini, per tutta risposta, ha inviato a sua volta una richiesta di risarcimento per danni di immagine di 500mila euro alla presidente dell’associazione Ponte Vecchio, Giuditta Biscioni.

La battaglia va avanti da settembre 2022. A un mese dalla nuova apertura di Braccialini gli orafi fiorentini si erano infatti immediatamente attivati per difendere storia e tradizione del luogo simbolo della città. La posizione di Gianni Gori, presidente Graziella Holding, nel frattempo non si è però spostata di un millimetro: "Le borse in vendita nella nostra bottega di Ponte Vecchio sono veri e propri gioielli, placcati in oro 24 carati ed espressione di una creatività artigianale. Ogni oggetto ha un grande valore economico. Abbiamo inviato una richiesta danni in quanto le polemiche nate attorno alla nostra attività offendono la nostra storia".

A difesa dell’associazione delle gioiellerie c’è Confcommercio Toscana, con il direttore Franco Marinoni e il presidente Aldo Cursano: "Sul Ponte Vecchio, a norma del regolamento Unesco, si possono vendere alcuni prodotti e non altri. Tra questi, con tutto il rispetto dell’azienda in questione, le borse non rientrano". Il rischio è quello di creare un precedente pericoloso "perché una volta che certe regole scappano di mano, non le riprendiamo più", ha ribadito più volte Giovanna Ferragamo, figlia di Salvatore e Wanda Ferragamo. "È in gioco l’identità, non solo commerciale, del luogo simbolo di Firenze", conclude Fernando Vettori, titolare di una storica bottega del ponte. "Il valore dei nostri immobili e delle nostre aziende è legato al regolamento che tutela Ponte Vecchio".

Rossella Conte