La banda specializzata in case vip Preso il ladro sosia di Tiziano Ferro

Svolta nelle indagini grazie alla somiglianza notata da un testimone. Il bottino da mezzo milione. Sotto la lente un furto nell’abitazione di Cecilia Rodriguez e Ignazio Moser: via Rolex e borse di lusso

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di Mario Consani

e Nicola Palma

Tre uomini stanno caricando una cassaforte nel bagagliaio di una Tiguan bianca. Una scena inusuale, che cattura l’attenzione di un passante: alla polizia riferirà che uno di loro somigliava tantissimo a Tiziano Ferro. Gli investigatori associano quel volto alla targa della Volkswagen bianca, che risulta intestata a un parente di un pregiudicato che in effetti ha tratti somatici molto simili a quelli dell’artista pop: è Pier Alessandro Domenico Lovino, 41 anni, con precedenti per traffico di droga, resistenza e favoreggiamento.

Parte così, alle 20.17 del 15 gennaio 2021, l’inchiesta che si è chiusa ieri mattina con l’arresto dei presunti componenti di una banda che avrebbe svaligiato gli appartamenti di avvocati, commercialisti e manager: oltre a Lovino, in manette sono finiti i complici Andrea Tartaglia e Ilie Cebotari, accusati di sei colpi (cinque riusciti e uno tentato) in altrettante abitazioni del centro di Milano andati in scena tra il 5 settembre 2020 e il 25 gennaio 2021. In realtà, ce n’è pure un settimo sotto la lente degli agenti del commissariato Centro: nel tardo pomeriggio del 5 febbraio, i tre sono stati filmati a camminare nelle vie attorno alla casa in cui convivono la showgirl argentina Cecilia Rodriguez, sorella della più nota Belen, e l’ex ciclista Ignazio Moser; e proprio in quelle ore, o al massimo nei due giorni successivi, qualcuno è entrato forzando la porta-finestra del soggiorno e ha portato via due Rolex, una valigia Louis Vuitton, quattro borse Chanel e occhiali di marca.

Solo per questo caso, però, il gip Lorenza Pasquinelli non ha ritenuto ci fossero i gravi indizi di colpevolezza, spiegando che la presenza di Lovino e compagnia in zona non è sufficiente a elevare un "semplice e ragionevole sospetto" a elemento di prova "vero e proprio". Secondo le indagini coordinate dal pm Francesca Crupi, i ladri hanno messo insieme un bottino del valore complessivo di 500mila euro tra contanti e preziosi. Minimo comun denominatore di tutti i furti: nessun segno di effrazione, né alle porte d’ingresso né alle finestre.

Il motivo? Tutti i derubati hanno ricordato che nei giorni o nelle ore immediatamente precedenti si erano accorti di aver misteriosamente smarrito le chiavi di casa. Lovino, Tartaglia e Cebotari erano molto accorti: usavano solo utenze-citofono per comunicare tra loro e controllavano di frequente le loro macchine, a caccia di microspie. Come quella scovata dal sosia di Ferro il 16 febbraio 2021 e distrutta dal suo meccanico di fiducia: "D’altronde io lo so che m’ascoltano! Io so tutto!".