Giovedì 18 Aprile 2024

L’utero è donna Ma se lo dici finisci alla gogna

Marina

Terragni

Tweet dell’utente GlassHammer: "Solo alle donne viene il cancro alla cervice uterina". Account bloccato. GlassHammer si appella alla giustizia twitteristica: ricorso rigettato. La sua affermazione "viola gli standard contro le condotte di odio" secondo i quali avrebbe dovuto scrivere che "Anche agli uomini viene il cancro alla cervice". Può venire infatti anche ai transmen, persone biologicamente femmine che si identificano (self-id) come uomini. D’altro canto se ho un corpo femminile ma mi self-identifico come uomo ho diritto a una visita alla prostata. Qualora il medico obiettasse: "Scusi, ma lei non ha una prostata", potrebbe essere deferito per violazione dei diritti umani.

In Canada è già accaduto.

Jessica Yaniv, nota transwoman canadese, adora intrattenere i follower sulle sue sindromi premestruali ghiotte di cioccolato. Provate a dire che Yaniv non ha il ciclo e l’ira della Santa Inqueerizione si abbatterà su di voi.

A volte Yaniv è meno affabile, come quando denunciò al Tribunale per i Diritti Umani della Columbia Britannica 13 estetiste che si erano rifiutate di depilare il suo “scroto femminile”. Ad alcune di loro, quasi tutte immigrate latinoamericane, toccò chiudere bottega.

Il nostro Occidente è pieno di storie come queste. Il caso JK Rowling, l’autrice di “Harry Potter” sotto attacco da settimane per la sua ostinazione a dirsi donna anziché "persona che mestrua" è solo il più noto.

E nonostante gli inglesi interpellati da “The Times” si siano detti al 94% contrari al self-id, i social network sono attivissimi nell’evangelizzazione: è strage tra i profili dei gender critical che non si piegano alla neo-lingua. Fuori chiunque parli di cose esclusivamente femminili tipo parto o allattamento. Anche solo dire “donna” comporta un rischio. Change.org ha rimosso la petizione "non chiamateci mestruatori" perché violava gli standard. Insomma, come direbbero a Roma: Orwell ce spiccia casa.