L’ora della grazia, ecco i nomi di Trump Ma Donald non si metterà nella lista

Ha deciso di perdonare anche il suo avvocato Giuliani e l’ex fedelissimo Bannon. Esclusi anche i suoi parenti

Migration

Domani mattina molto presto, quando Donald Trump arriverà sul piccolo podio allestito alla base militare Andrew per imbarcarsi per l’ultima volta sull’Air Force One che lo porterà in Florida chiudendo la sua pagina alla Casa Bianca, avrà già firmato tutti i suoi perdoni. Potrebbero essere più di 100. Una vera montagna. Assolveranno truffatori e politici corrotti, manager e ladri della finanza, evasori fiscali e criminali comuni. Ma il presidente ha potere assoluto e nessuno potrà contestarli anche se fossero firmati su un semplice pezzo di carta. Avvocati e lobbisti del suo cerchio magico hanno guadagnato da questa pratica centinaia di migliaia di dollari sottobanco.

Per la grazia ad un ex agente della Cia la parcella richiesta è stata di 50.000 dollari per la preparazione del caso e altri 50.000 dollari a perdono avvenuto. Ma Rudolph Giuliani sarebbe stato pronto a garantirne uno per la modica cifra di 2 milioni di dollari da pagarsi senza anticipo, solo a cose fatte. Nessuno sa ancora se Trump perdonerà se stesso e i suoi figli, lo stratega Steve Bannon, Rudoplh Giuliani e tutti coloro che sono stati arrestati per l’assalto del Campidoglio come lo ’sciamano’ di QAnon vestito da vichingo. La lista verrà annunciata ufficialmente tra poche ore.

Ma il saluto a Trump di domani sarà anche l’ultima prova di lealtà nei confronti del Commander in Chief precipitato in disgrazia dopo l’assalto al Congresso. Insieme alle 21 salve di cannone che Trump ha preteso venissero sparate prima della sua partenza, qualcuno stenderà la lista dei fedeli e degli infedeli.

Il segretario di Stato Mike Pompeo tra i fedelissimi potrebbe essere in prima fila insieme al senatore Ted Cruz del Texas indicato come uno degli architetti che hanno animato i rivoltosi e coordinato oltre un centinaio di deputati che hanno votato contro la certificazione ufficiale della vittoria di Biden fatta da Mike Pence nel Congresso a camere riunite. Al suono della banda militare Trump nell’avviarsi alla scaletta butterà un occhio sulla tribunetta d’onore. Potrebbe essere questa la prima vera fotografia del partito repubblicano dopo il voto, che il presidente uscente vuole continuare a mantenere sotto il suo stretto controllo in vista di una eventuale candidatura nel 2024.