Coronavirus, l'Oms dimezza la quarantena: "Liberi dopo 10 giorni senza sintomi"

Cambiano ancora le linee guida: "Basta col doppio tampone". E il nostro governo valuta di allinearsi

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Dopo mille giravolte, strette e allentamenti delle norme, l’Oms pubblica linee guida meno rigorose per far uscire dall’isolamento i positivi senza necessità di ripetere il test. Per i pazienti sintomatici serviranno 10 giorni dopo l’insorgenza dei sintomi, più almeno 3 giorni aggiuntivi senza sintomi (inclusi febbre e sintomi respiratori). Per gli asintomatici: basteranno dieci giorni dopo il test positivo per Sars-Cov-2.

L’Oms fornisce anche degli esempi: "Se un paziente ha avuto sintomi per due giorni, potrebbe essere esentato dall’isolamento dopo 10 giorni più 3, pari a 13 giorni dalla data di insorgenza dei sintomi; un paziente con sintomi per 14 giorni, può essere dimesso (14 giorni più 3 giorni, pari a 17 giorni dopo la data di insorgenza dei sintomi) con sintomi per 30 giorni, il paziente può essere dimesso dopo 30 giorni più 3, quindi 33 giorni dopo l’insorgenza dei sintomi". L’Oms ammette che non è garantito che questi pazienti non siano più pericolosi, ma "è improbabile che siano infettivi e di conseguenza è improbabile che siano in grado di trasmettere il virus ad altre persone".

Il ministro della Salute Roberto Speranza, cauto come sempre, ha invitato il Comitato tecnico scientifico a valutare le nuove linee guida "che possono incidere significativamente sulle disposizioni sinora adottate nel nostro Paese", e a esprimere un parere "fermo restando il principio di massima cautela che ci ha guidato finora". Se ne riparlerà tra qualche giorno.

Nel frattempo il bollettino della Protezione Civile è incoraggiante. L’aumento delle vittime è ai minimi dal 2 marzo, appena 24 – Lombardia 13, Piemonte 6, Emilia-Romagna 1 e Liguria 4 – la metà di ieri (49), con sedici regioni senza decessi. Non male. Come non male è il dato che nuovi contagiati, che sono 224 a fronte dei 226 di sabato e dei 251 i venerdì. Il dato più interessante è il netto calo in Lombardia, che passa da +165 a +128. Solo due regioni – il Piemonte (+26, sabato +27) e l’Emilia-Romagna (+23, sabato +28) – hanno più di dieci casi, il Lazio cala da +14 a +8, la Liguria da +10 a +7, il Veneto sale da +3 a +7, la Toscana da da +2 a +3 e in 7 regioni – Marche, Abruzzo, Umbria, Sardegna, Valle d’Aosta, Molise e Basilicata – siamo a zero. La provincia con il più alto tasso di crescita ieri era Reggio Calabria, che con +6 casi su un totale di appena 287 contagi totali cresce del 2,1%. Laddove i casi sono molti di più i tassi più alti si registrano a Bologna, Alessandria e Arezzo, dove si tocca lo 0,3%. Allo 0,2% Brescia, Bergamo, Pavia e Roma. Milano è al +0,1%.

I dati confermano la diminuzione dei pazienti ricoverati in terapia intensiva, uno dei parametri chiave del monitoraggio del Covid-19. Sono ora 148, 4 meno di sabato (53 dei quali in Lombardia -1). I malati ricoverati con sintomi sono invece 2.314, con un calo di 160 rispetto al giorno precedente, mentre quelli in isolamento domiciliare sono 18.510, con un calo di 76 rispetto a sabato. I guariti e i dimessi sono saliti a 182.893, con un incremento di 440 nelle 24 ore. Sabato l’aumento era stato di 546. Sono invece 20.972 gli attualmente malati, 240 meno del giorno precedente, quando il calo era stato di 331.