Sabato 20 Aprile 2024

L’Oms: contagi dimezzati da gennaio E in Italia rallenta il tasso di positività

Ma l’organizzazione mondiale della sanità: l’emergenza non è finita. I numeri di Eurostat: +50% di morti nella primavera del 2020

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di Veronica Passeri

Diverse buone notizie sul fronte Coronavirus e qualcuna cattiva. Ma non c’è dubbio che la notizia migliore è quella che arriva dall’Organizzazione mondiale della sanità secondo la quale le restrizioni contro il Covid-19 funzionano e funzionano anche in presenza di varianti: dall’inizio dell’anno i contagi nel mondo sono dimezzati. Attenzione, però, avverte la stessa Oms, perché "l’incendio non è spento, ma ne abbiamo ridotto la dimensione. Se smettessimo di contrastarlo su un qualsiasi fronte, tornerebbe ruggendo".

Difatti – e questa è una delle cattive – i numeri di Eurostat hanno certificato che in Italia il tasso di mortalità è aumentato di quasi il 50% in primavera e a novembre 2020 rispetto agli stessi periodi del mondo pre-Covid (2016-19). L’Italia ha raggiunto i livelli massimi di mortalità in marzo (più 49,4%), aprile (41%) e novembre (49,5%): in tutta l’Ue tra marzo e novembre 2020 si sono registrati oltre 450mila decessi in più. Intanto ieri i nuovi contagi da Coronavirus sono stati 10.386 contro i 7.351 di lunedì ma a fronte di molti più tamponi: 274.019, circa 95mila in più. Buono il trend del tasso di positività che scende ancora, da 4,1% al 3,8%. Sono aumentati, invece, i decessi: 336 contro i 258 del giorno prima per un totale di 94.171 vittime da inizio epidemia. Dopo due giorni di aumento (legato però anche all’effetto weekend, quando le dimissioni sono fisiologicamente di meno) tornano a scendere anche le terapie intensive, 15 in meno, 2.074 in tutto. In calo anche i ricoveri ordinari, 52 in meno (lunedì +66), per un totale di 18.463.

Una situazione nella quale, hanno spiegato diversi virologi, come il professor Massimo Galli, la divisione a zone ha "funzionato fino a un certo punto" – oggi intanto i comuni di Castrezzato e Viggiù, nel Varesotto, Mede, nel Pavese, e Bollate, alle porte di Milano, saranno zona rossa – mentre i reparti ospedalieri tornano a riempirsi di pazienti che presentano varianti del Covid-19 e l’Umbria è la regione più colpita.

Ieri l’Istituto Pascale e l’Università Federico II hanno individuato un’altra variante mai trovata prima in Italia ma il direttore prevenzione del ministero della Salute Gianni Rezza ha sottolineato che "i test antigenici mantengono la loro grande utilità" sebbene "in casi specifici è giusto il ricorso per la conferma ai test molecolari". Le più diffuse, comunque, sono, ad oggi, le cosiddette varianti Uk, brasiliana e sudafricana: tutte presentano "diverse mutazioni nella proteina spike" e non dovrebbero in teoria causare problemi ai test antigenici, in quanto questi rilevano la proteina N. La preoccupazione però è sulla capacità di contagio anche in fasce più giovani della popolazione e nei bambini.

Infine c’è il possibile arrivo di un nuovo vaccino. L’Ema ha ricevuto la richiesta di autorizzazione per quello di Janssen-Cilag International, del gruppo Johnson&Johnson. La presidente della commissione Ue Ursula von der Leyen ha assicurato che non appena ci sarà un parere scientifico positivo verrà dato via libera. Una svolta, forse, in una Unione europea alle prese con il lento avvio della campagna vaccinale e con i ritardi nelle consegne di febbraio che ci saranno – lo ha annunciato ieri la Commissione – anche da parte di Moderna.