L'Italia torna gialla, ma la folla non si tiene. Speranza avverte: così si torna indietro

Gi epidemiologi: la curva potrebbe schizzare in alto di nuovo. Multe a Trastevere, Navigli invasi, caos in zona universitaria a Bologna

Migration

 

È stato il weekend degli assembramenti. Da oggi tutta l’Italia sarà in zona gialla a eccezione di Umbria, Puglia, Sardegna, Sicilia e la provincia autonoma di Bolzano che saranno in zona arancione, ma già da sabato, e poi ancora ieri, migliaia di persone, in larga parte giovani, hanno affollato, spesso senza mascherine e senza distanziamento, le strade dei capoluoghi, da Milano a Napoli, da Firenze a Bologna. A Roma le pattuglie della municipale sono arrivate sabato sera a dover chiudere l’accesso di alcun zone più frequentate, da Monti a Trastevere, da Prati al Pigneto. E questa voglia di normalità in barba alle regole potremmo pagarla cara.

"Deve essere chiaro che il ritorno in area gialla – avverte il coordinatore del Cts, Agostino Miozzo – non significa che possiamo tornare alla normalità. Capisco la voglia di tornare alla vita di tutti i giorni, ma questi assembramenti sono inaccettabili perché c’è il rischio assolutamente reale che la curva schizzi rapidamente verso numeri difficilmente gestibili: ricordiamoci cosa è successo la scorsa estate quando molti si sono proiettati al ritorno alla normalità senza comprendere che il virus era, come oggi, attorno a noi e poi a settembre abbiamo visto la curva balzare verso l’alto. Oltretutto adesso c’è anche il rischio varianti, che sappiamo di per certo che sono più trasmissibili". "Serve ancora la massima prudenza se non vogliamo tornare indietro rispetto ai passi avanti delle ultime settimane", ha avvertito il ministro della Salute Roberto Speranza. "Di questo passo – rincara la dose l’assessore alla Salute della Regione Lazio, Alessio D’Amato – si va dritti verso la zona rossa".

Per evitare la ripresa degli assembramenti col ritorno in zona gialla, il presidente del Friuli-Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, ha firmato un’ordinanza che vieta di consumare alimenti e bevande per asporto nelle vicinanze dell’esercizio di vendita e, comunque, nei luoghi dove siano possibili assembramenti e impone un divieto di consumazione al banco nei locali dopo le ore 11. Anche i sindaci sono preoccupati. "I raggruppamenti festaioli di questi fine settimana – denuncia il sindaco di Firenze Dario Nardella – rischiano davvero di vanificare tutti gli sforzi fatti da cittadini e imprese per rimanere gialli a Firenze e in Toscana. Mi vedrò presto con la prefetta per intensificare nuovamente controlli e sanzioni. Capisco la voglia di divertirsi e di uscire, dopo mesi di restrizioni, ma in questo modo rischiamo di avere l’effetto contrario. Non possiamo permettere che la maggioranza paghi per il comportamento irresponsabile di pochi". "Da subito – annuncia l’assessore alla Sicurezza del Comune di Bologna, Alberto Aitini – incrementeremo ulteriormente i controlli in particolare nelle zone della movida e potenzialmente critiche". "Lancio un appello ai giovani – aggiunge la sindaca di Roma, Virginia Raggi – il virus non è stato ancora sconfitto, non possiamo vanificare gli sforzi fatti. Gli assembramenti non saranno tollerati".

Da notare che la Sardegna ha accolto con disappunto l’inclusione in zona arancione. Il governatore Christian Solinas ha presentato ricorso al Tar e il tribunale ha ordinato al ministero della Salute di produrre entro oggi i documenti e le motivazioni che hanno portato all’inclusione nella zona arancione. Dopodiché, probabilmente entro mercoledì, il Tar si esprimerà in merito.

Coronavirus Italia, Salvini: non rompete le scatole a chi fa due passi