L’Isis in Mozambico E Total lascia il Paese

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MAPUTO (Mozambico)

A causa dell’"evoluzione della situazione relativa alla sicurezza" nella provincia di Cabo Delgado, nel nord del Mozambico, il gruppo francese Total ha annunciato la sospensione dei lavori e il ritiro di tutto il suo personale da un progetto di sfruttamento di un giacimento di gas naturale nella zona.

In una nota inviata al quotidiano locale O Pais la società ha confermato "il ritiro di tutti i suoi dipendenti da Afungi", questo il nome del sito, di cui Total è capofila. Il gruppo si è detto pronto a dichiarare "cause di forza maggiore". L’annuncio di Total arriva a circa un mese da un’incursione di milizie jihadista nella città di Palma, hub logistico del settore estrattivo a pochi chilometri di distanza dal giacimento, durante il quale sono rimasti uccisi anche alcuni lavoratori stranieri.

Cabo Delgado è parzialmente occupata dagli jihadisti, noti localmente come Shaabab e autodichiaratosi affiliati al gruppo Stato islamico (Isis), da agosto dello scorso anno. Secondo O Pais, il presidente del consiglio di amministrazione dell’Istituto nazionale del petrolio (Inp), Carlos Zacarias, ha riferito che le operazioni nel sito di sviluppo non riprenderanno fino a che la sicurezza non sarà ristabilita a Palma, tornata sotto controllo delle forze armate mozambicane dopo circa una settimana di combattimenti.

Sollecitato dai cronisti, Zacarias ha smentito le voci su un eventuale trasferimento degli investimenti di Total in Uganda e Tanzania, dove comunque il gruppo francese ha già concessioni. Secondo le previsioni il progetto di cui Total è capofila dovrebbe permettere di sfruttare circa 13 milioni di tonnellate di gas naturale liquefatto in 25 anni e generare profitti per oltre 60 miliardi di dollari. La metà di questi profitti dovrebbe andare allo Stato mozambicano.