Elezioni a Bologna, l’ira del Pd: dopo Salvini, fermeremo Renzi

Il candidato dem Lepore spara sull’avversaria di Italia Viva: la città ha già respinto il leader leghista. Conti replica: dica ciò che vuole, io corro

Matteo Lepore, 40 anni, assessore alla cultura di Bologna e candidato Pd alle prossime amm

Matteo Lepore, 40 anni, assessore alla cultura di Bologna e candidato Pd alle prossime amm

Bologna ha fermato Salvini, fermerà anche Renzi: Matteo Lepore, volto ufficiale del Pd alle primarie del centrosinistra nel capoluogo dell’Emilia rossa, la tocca piano. E, nel giorno del via alla sua candidatura da una biblioteca in periferia, l’assessore alla cultura accosta il leader di Italia Viva (che proprio qui ha lanciato la sindaca di San Lazzaro, Isabella Conti, in gara alle primarie però "senza simbolo e da indipendente") a quello della Lega. E, nemmeno troppo implicitamente, alla stessa Isabella. Dettaglio non da poco: Italia Viva, alle elezioni regionali 2020, quelle del ‘respingimento’ salviniano, della piazza riempita dalle Sardine e della famosa citofonata costata punti e polemiche al Carroccio, ha appoggiato e sostenuto – facendolo anche ora in giunta – il governatore Stefano Bonaccini, Pd. Che ha dato il suo endorsement a Lepore prima della discesa in campo di Conti e, poi, benedetto le primarie fra i due.

Un bel cortocircuito, che già fa discutere i dem, e che Lepore innesca così: "Alle primarie c’è chi partecipa per dividere e chi per unire. Qualcuno ha deciso di strumentalizzare queste primarie", cioè Renzi. Ma "non è un problema, perché Bologna è scesa in piazza quando è venuto Salvini al Paladozza, andrà a votare alle primarie per far rimanere Bologna la città più progressista d’Italia".

E questa è solo una delle punzecchiature che Lepore manda alla Conti, dallo stato di salute di Bologna ai nidi gratis, fino al tema femminile. Ma è la questione renziana a tenere banco: un lancio, quello dell’ex premier, che "è una cosa legittima che io rivendicherei se fossi in lei – insiste Lepore – perché comunque Renzi è un esponente molto importante del nostro Paese che ha condizionato la caduta di diversi governi, quindi come sappiamo è una persona che sa come introdurre degli elementi di disturbo nel dibattito democratico del nostro Paese". E sulla decisione di Conti di correre da indipendente, Lepore è netto: "Sulla scheda i cittadini non troveranno simboli, troveranno nomi. Quindi dire che si rinuncia al simbolo è un modo secondo me non corretto di presentarsi".

In ogni caso, assicura l’assessore, "credo che la Conti sia una persona da stimare, che giustamente fa questa partita". La sindaca taglia corto: "Lepore può fermare chi vuole, ma io sono Isabella Conti". I renziani fanno parte in Regione di quel ‘modello Bonaccini’ "che è vincente": ecco perché la Conti assicura di non avere "né veti né pregiudiziali" in tema di alleanze e vuole "unire più che dividere".

Lepore cita invece Romano Prodi perché "dobbiamo costruire un nuovo Ulivo", tanto che verrà (re)introdotta la Fabbrica del programma. E sintetizza così la sua corsa: "Credo di poter essere il candidato del Pd che ha più chance si vincere, ma soprattutto che può unire il centrosinistra". Da Roma, intanto, il responsabile Enti Locali del Pd Francesco Boccia, ricorda che "Lepore per primo ha lanciato la sua candidatura e poi anche la Conti: aspettiamo altri, poi la coalizione definirà le regole. Saranno in quasi tutte le città primarie molto partecipate". E pure Renzi irrompe di nuovo, rivolgendosi proprio a Conti: "Sarai una grandissima sindaca di Bologna. Queste primarie potrebbero essere simili a quelle 2009 a Firenze, scommettiamo?".