Mercoledì 24 Aprile 2024

L’illusione del Superuomo che salva tutti

Michele

Brambilla

La sconfitta della Juve – sostiene Leo, che scrive sul tema anche qui a fianco – dimostra che nel calcio, così come in politica o altrove, non c’è Superuomo che possa mai vincere da solo. Chi ha visto la partita ha già capito. Più che un Juventus-Lione è stata un Cristiano Ronaldo-Lione, o meglio un Cristiano Ronaldo contro tutti. Il fuoriclasse portoghese ha segnato due gol, ha corso, tirato, incitato e forse anche sacramentato come diceva Gianni Brera, ma in un deserto: quello dei suoi compagni, che al massimo hanno recitato la parte delle pallide comparse. E così, nonostante l’8 in pagella a CR7, la Juve è stata eliminata.

Ma, d’altra parte, sono due anni che la società più scudettata d’Italia ha investito tutto su di lui – cioè su un uomo solo, o meglio su un Superuomo solo – per vincere anche dove non riesce mai a vincere: cioè al di fuori dei nostri confini. Ma non ha raggiunto lo scopo. Anzi, in quest’ultimo biennio i risultati sono stati peggiori rispetto all’intero ciclo precedente.

Ora la Juventus ha licenziato l’allenatore, il povero Sarri, arrivato solo un anno fa con l’etichetta di innovatore ed esteta. Forse la Juve dovrebbe invece trarre da queste sconfitte un insegnamento generale, e cioè che di uomini soli al comando, nel calcio come nella vita, ce ne sono pochi; ma di uomini della Provvidenza che possano risolvere da soli i guai di una squadra di calcio, o di un intero Paese, non ce n’è neppure uno. Quelli che ci hanno provato, a incarnare il ruolo del salvatore della Patria, del duce supremo, del leader maximo o del conducator, hanno anche avuto qualche successo, ma sono poi finiti male, qualche volta malissimo.

Valga, tutto ciò, come insegnamento a quei politici che, ancora oggi, invocano i pieni poteri, illudendosi di poter fare a meno degli altri. Quando chiesero ad Andreotti che cosa avrebbe fatto se avesse potuto governare senza opposizione, egli rispose: sicuramente qualche sciocchezza.