Giovedì 18 Aprile 2024

L’Europa cambia Dublino. E bidona l’Italia "Ricollocamenti dei migranti? Solo volontari"

La presidente von der Leyen: più solidarietà. Salta l’obbligo di redistribuzione. Spiazzati i Paesi del Mediterraneo, in prima fila negli sbarchi

Ursula von der Leyen, presidente Commissione Ue

Ursula von der Leyen, presidente Commissione Ue

di Elena Comelli

Niente ricollocamenti obbligatori. Il nuovo pacchetto di regole sulle migrazioni per superare il sistema Dublino spinge alla condivisione della solidarietà tra i Paesi dell’Ue, ma non arriva dove volevano Italia, Grecia, Spagna, Cipro e Malta, che speravano in un chiaro obbligo di ricollocamento dei migranti negli altri Paesi dell’Ue, soprattutto in quelli dominati dai sovranisti – come Polonia, Repubblica Ceca e Ungheria – che non hanno ancora accolto la loro quota.

Il piano della Commissione europea, presentato dalla presidente Ursula von der Leyen, dal suo vice greco Margaritis Schinas e dalla commissaria Ylva Johansson, non prevede invece il trasferimento obbligatorio di migranti sbarcati sulle coste Ue verso gli altri Paesi dell’Unione europea, ma dà agli Stati la possibilità di decidere se accogliere i migranti sbarcati altrove o se finanziare il loro rimpatrio.

"Non si discute se dare solidarietà, ma come darla. Tutti i Paesi devono poter ottenere la solidarietà sotto specifiche condizioni", ha detto Schinas, spiegando che Bruxelles ha sviluppato un "nuovo concetto" per la solidarietà fra Paesi: i rimpatri sponsorizzati. In altre parole, se un Paese rifiuta di prendersi in carico un ricollocamento, deve offrirsi di gestire le pratiche di rimpatrio direttamente dal Paese Ue sotto pressione.

La Commissione propone "un sistema di contributi flessibili da parte degli Stati membri", che potranno aprire le porte ai "richiedenti asilo dal Paese di primo ingresso", ma anche farsi carico del rimpatrio "di persone senza diritto di soggiorno", con contributi da 10mila euro per ogni individuo.

Un modo per rendere la solidarietà più tangibile, anche da parte di quei Paesi, come la Repubblica Ceca, che ha subito messo in chiaro il suo rifiuto di "qualsiasi redistribuzione obbligatoria dei migranti" tra i Paesi membri dell’Ue. "Proponiamo una soluzione europea per ricostruire la fiducia tra Stati membri e per ripristinare la fiducia dei cittadini", ha detto la presidente della Commissione Ursula von der Leyen.

"Questo pacchetto riflette un ragionevole equilibrio: condividiamo tutti i benefici, condividiamo tutti il fardello", ha ribadito von der Leyen. L’intenzione è di "alleggerire il peso sui Paesi di primo ingresso", ha detto Johansson. "Abbiamo cancellato il sistema di Dublino, che era qualcosa di simbolico e non poteva essere all’altezza della sfida della migrazione globale che l’Europa sta fronteggiando adesso e continuerà ad affrontare in futuro", ha detto Schinas, illustrando gli altri due pilastri del piano.

Il primo è quello di una collaborazione costante con i Paesi di provenienza: "Lavoreremo con tutti i partner esterni. Abbiamo già investito 9 miliardi di euro dal 2015 per milioni di rifugiati. Due gli obiettivi: aiutarli ad aiutare il loro popolo e interrompere il business dei trafficanti", ha detto Schinas.

In seconda battuta, Schinas ha spiegato che il maggior controllo dei confini passerà per un’opera di "screening: tutti gli arrivi saranno sottoposti a procedure di controllo". Dopo lo screening, i migranti "potranno essere indirizzati sul percorso giusto, sia alla frontiera per determinate categorie", sia "a una normale procedura di asilo" per chi chiede lo status di rifugiato. L’obiettivo è di prendere "decisioni rapide in materia di asilo o rimpatrio", promette la Commissione.