Martedì 16 Aprile 2024

L’esecuzione: prima gambizzati e poi bruciati

Due cugini trovati carbonizzati in auto nel luogo dove avevano ideato un impianto eolico fallito. Ora si indaga per duplice omicidio

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L’auto bruciata dentro cui sono stati ritrovati i corpi di Riccardo e Dario Benazzi, cugini di 64 e 70 anni.

di Cristina Rufini

Colpiti alle gambe e finiti quando probabilmente erano già stramazzati a terra. Con un fucile da caccia. Racconterebbero questo i pallini che sono stati rinvenuti nei cadaveri di Riccardo e Dario Benazzi, i cugini di 64 e 70 anni, trovati carbonizzati sul sedile posteriore di un’auto, domenica 28 febbraio nelle campagne di Rero, un fazzoletto di terra in provincia di . Quello che nelle ore successive al macabro ritrovamento era stato ipotizzato come un duplice suicidio o un omicidio-suicidio, in realtà sarebbe stato un efferato duplice omicidio.

Quasi un’esecuzione. È quanto emergerebbe dalle prime indiscrezioni dopo l’autopsia eseguita dalla dottoressa Raffaella Marino, quale consulente nominata dal pubblico ministero Lisa Busato, che coordina le indagini dei carabinieri del Nucleo investigativo. A conferma, peraltro, del ritrovamento nei giorni scorsi di tracce di sangue e di borre (la parte della cartuccia che si trova tra la carica esplosiva e i pallini) a un chilometro di distanza da dove è stata recuperata l’auto bruciata. Indizi che già avevano messo gli investigatori sulla strada del duplice omicidio, facendo praticamente tramontare il gesto volontario. Ma occorreva qualche dettaglio in più che è arrivato da quei pallini di cartuccia che sarebbero stati trovati nelle gambe e nel tronco di entrambi i cugini. Ma perché tanta ferocia?

Riccardo e Dario erano usciti insieme quella domenica mattina, senza dire dove sarebbero andati. Avevano un appuntamento con qualcuno? E perché proprio in quel pezzo di campagna, vicino Italba, dove ci sono ancora le tracce del singolare impianto eolico che era stato inventato da Riccardo e da un ex compagno di scuola poi diventato socio in affari in Gaia Srl? Gaia è la società che detiene quale "esclusiva titolare il brevetto di un nuovo sistema di produzione dell’energia elettrica", come hanno precisato nei giorni scorsi i legali dei soci dell’azienda. I quali hanno anche ricordato come Riccardo fosse stato estromesso dalla compagine societaria nel 2019 avendo "egli tentato di sostituire con operazioni irregolari gli attuali soci". Sono seguiti anni di denunce incrociate (Benazzi è stato accusato anche di stalking e molestie nei confronti degli ex soci) perché il 64enne non si era rassegnato a stare lontano da quel sogno di catturare il vento anche in pianura padana per trasformarlo in energia pulita. Ci aveva messo tutti i suoi soldi, si era indebitato. Negli ultimi tempi aveva raccontato alla ex moglie che lo aveva riaccolto in casa di aver subito delle minacce. Ma da chi? Quella domenica, quindi, è stato dato seguito a quelle minacce, se c’erano state?

Se i dubbi che a Rero sia sia consumato un duplice delitto sono svaniti, restano diverse piste ancora da seguire per capire chi (e casomai per conto di chi) ha imbracciato quel fucile e ha sparato senza pietà uccidendo i due cugini, caricandoli poi sul sedile posteriore dell’auto, spostarsi di un chilometro e dare fuoco alla Polo per cancellare ogni traccia: l’esecuzione di un killer di professione. Da quella domenica i carabinieri del Nucleo investigativo di stanno ascoltando parenti, conoscenti e amici. Sono a caccia di tracce che possano portare al killer o ai killer dei due cugini uniti da un sogno che li ha portati alla morte.