Martedì 23 Aprile 2024

L’epidemia rallenta, si allarga l’arancione Ma per le terapie intensive è sempre allarme

Veneto, Marche e provincia di Trento promosse. Indice Rt sotto l’1 nel Paese. L’Iss: "Decrescita lenta, quadro non ancora rassicurante"

di Giovanni Rossi

Italia rossa per tre giorni, da oggi a Pasquetta. Poi, da martedì, l’arancione romperà il monocolore e conquisterà la maggioranza del Paese. Per ordinanza del ministero della Salute, Provincia autonoma di Trento, Veneto e Marche raggiungeranno Abruzzo, Basilicata, Lazio, Liguria, Molise, Sardegna, Sicilia, Umbria e Provincia autonoma di Bolzano nella colorazione meno accesa, mentre Calabria, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte, Puglia, Toscana e Valle d’Aosta resteranno in rosso.

È questo lo scenario alle porte, frutto delle valutazioni ponderate dell’Iss. Su tutte il dato dell’Rt, il parametro della replicabilità del virus. Il valore medio nazionale è 0,98, ma in ben 11 regioni è sopra 1. Segno che "la trasmissibilità è ancora elevata", commenta Gianni Rezza, direttore prevenzione al ministero della Salute. "Dovremmo riuscire a portare l’Rt abbondantemente sotto il valore 1 se vogliamo far decrescere l’epidemia – conferma Silvio Brusaferro, direttore dell’Iss (Istituto superiore di sanità) –. C’è un’altalena tra le regioni. La decrescita della curva è particolarmente lenta". E che "il quadro non sia ancora rassicurante" si evince – nelle valutazioni dei due esperti – dai numeri ospedalieri, con "l’effetto-accumulo delle infezioni" rispettivamente riflesso nel 41% e nel 44% del tasso di occupazione di terapie intensive e aree mediche, in ascesa "rispetto ai sette giorni precedenti". Significa che "da qui a 30 giorni le soglie saranno ulteriormente saturate", pronostica Brusaferro. L’altro dato settimanale che allarma la cabina di regia è l’aumento da 12 a 14 delle regioni con tasso di occupazione in terapia intensiva eo area medica sopra i livelli critici di monitoraggio. Il dato nazionale al 30 marzo segnala 3.716 terapie intensive (da 3.546 del 23 marzo) e 29.231 ricoveri in area medica (da 28.428 del rilevamento precedente).

L’incognita resta la circolazione delle varianti, "non più un elemento di novità", giudica Rezza, ma comunque meritevole di stretta osservazione. "Il ceppo del Kent ha completamente sostituito la variante preesistente – spiega l’epidemiologo –. La variante sudafricana, che si attesta al 4%, ci preoccupa di più, perché ’corre’ meno della variante inglese ma è concentrata nel centro Italia con punte anche del 20%", e appare in grado di generare fenomeni di "reinfezione". Altro punto critico è l’efficacia di alcuni vaccini, "lievemente ridotta con la variante sudafricana, mentre su quella inglese non risultano rischi". "La luce in fondo al tunnel però si vede", suggerisce Luca Zaia, governatore del Veneto che festeggia il ritorno in arancione. Un po’ di sorpresa nelle Marche che non avrebbero scommesso sulla promozione. Il presidente Acquaroli "prenda provvedimenti ulteriori per mettere in sicurezza i marchigiani", chiede la deputata dem Alessia Morani.

Le nuove regole in fascia arancione in vigore da mercoledì 7 aprile assicurano piena libertà di movimento all’interno del proprio comune (senza autocertificazione). Consentite anche le visite, una volta al giorno, ad amici e parenti, però al massimo in due persone (esclusi dal computo i figli under 14). Aperti tutti i negozi (restrizioni solo per i centri commerciali nei weekend), così come bar e ristoranti seppur in modalità asporto. Infine tutti i ragazzi fino alla terza media potranno tornare a scuola in presenza. Superiori in aula tra il 50 e il 75%