Mercoledì 24 Aprile 2024

L’assalto al Campidoglio era annunciato E la sicurezza Usa ora finisce nel mirino

Il corteo di protesta era atteso. Solo l’intervento della Guardia nazionale ha portato allo sgombero degli estremisti. Il capo degli agenti del Congresso promette: "Ci sarà un’inchiesta approfondita per stabilire le responsabilità"

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Non doveva succedere. La polizia del Campidoglio chiamata a vigilare e proteggere il Congresso di Washington è stata travolta e sopraffatta dai dimostranti trumpiani. Per 9 ore la capitale degli Stati Uniti è finita sotto assedio dei suprematisti bianchi e dei cospirazionisti di QAnon, dei motociclisti per Trump e dei Proud Boys, che viaggiano sempre armati e si dichiarano le milizie del presidente. Anche la Guardia Nazionale e il Pentagono sono sotto accusa perché le truppe sono state dispiegate con 3 ore di ritardo, nonostante i ripetuti appelli della presidente della Camera Nancy Pelosi. Solo quando l’ordine di intervenire è partito dal vicepresidente Mike Pence allora i militari si sono mobilitati. La totale impreparazione è un pesante atto di accusa che il sindaco di Washington rivolge alle forze federali. "I nostri agenti – dice – hanno protetto il perimetro fuori del campus del Capidoglio. Non abbiamo giurisdizione all’interno e si può dichiarare il coprifuoco solo quando vengono riportati atti di violenza. Lo abbiamo fatto non appena ci hanno avvertito".

Quello che rischia di diventare uno scaricabarile della Casa Bianca vede però forti responsabilità anche degli agenti in uniforme all’interno del palazzo del Congresso. Invece di respingere i dimostranti che hanno vandalizzato gli uffici di senatori e deputati e le aule di Camera e Senato si sono messi a fare selfie con loro. Ora la polizia del Campidoglio ha promesso "un’indagine approfondita per stabilire eventuali responsabilità".

L’accusa principale è di doppio standard rispetto alle manifestazioni pacifiche di Black Lives Matter in estate, affrontate con un numero di forze cinque volte superiori. La marcia dei trumpisti per salvare l’America era pianificata da mesi. L’Fbi ha stimato 20mila partecipanti, ma ne sarebbero arrivati 40mila. Sui social i gruppi di estremisti armati coordinavano i loro movimenti. Molti agitatori erano arrivati con corde, cime, picconi, mazze da baseball e moschettoni. I gruppi più estremisti e organizzati quasi militarmente, come i Proud Boys, avevano anche le pistole e 18 sono state sequestrate. I cospirazionisti di QAnon seguivano il loro leader che è entrato in Campidoglio con un mantello e un elmo da vichingo.

Sembrava un assalto fatto per la televisione, ma è stato un atto di violenza politica vera appoggiata anche da diversi senatori trumpiani, contrari alla certificazione di Biden, che li hanno salutati col pugno alzato per poi dare la colpa delle violenze agli anarchici della sinistra antagonista di Antifa nei loro siti web.

Dopo che avevano già sfondato gli ingressi, è arrivato il tweet del presidente che invitava i dimostranti a tornare a casa, ma il tentativo di golpe e di sovversione del voto era già fallito, anche se il Congresso ha sospeso la sua seduta congiunta per diverse ore.

Ieri all’alba Washington all’improvviso si è trasformata nella città più blindata e militarizzata d’America, con decine di migliaia di soldati della guardia nazionale e della polizia metropolitana nelle strade. Bastava mobilitarli 24 ore prima e l’America non avrebbe rischiato la svolta violenta.

Di sicuro lo sfregio di mercoledì degli squadristi americani servirà a preparare misure di sicurezza più robuste per la cerimonia d’inaugurazione di Biden, che si terrà il 20 gennaio a mezzogiorno. Dei 68 arresti, solo uno degli agitatori era di Washington. Tutti gli altri, comprese 9 donne, venivano da Stati diversi tra cui Michigan, Oregon, Florida, Texas, Missouri e Wisconsin, dove i gruppi della destra estremista in questi ultimi anni sono stati coccolati e sostenuti da Trump, che li considera una sorta di esercito personale e di patrioti del Make America Great Again.

Giampaolo Pioli