Kodak farà farmaci, Bic non scrive più. Così il Covid archivia l’analogico

Effetti collaterali della pandemia, il trionfo del digitale. E i marchi storici sono costretti a reinventarsi

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Tabula rasa per i vecchi campioni dell’analogico, tappeto rosso per il nuovo che avanza. Dopo aver fatto ammalare compagnie aeree, alberghi e cinema, ora la pandemia di Covid-19 spedisce in rianimazione anche chi produce le vecchie care penne a sfera. Duramente colpito dalla chiusura di scuole e uffici, il colosso francese Bic ha registrato nel secondo trimestre dell’anno una perdita secca di tre milioni di euro, contro i 50 milioni di utile dell’anno scorso, e un calo degli utili netti del 75% nel primo semestre. La società confida in un rimbalzo nella seconda parte dell’anno, sperando in un ritorno alla normalità, ma c’è invece chi sceglie di cambiare radicalmente strada, per adeguarsi al cambiamento epocale.

Eastman Kodak, icona americana delle pellicole, ha deciso di passare dalla fotografia alla farmaceutica, passando per la pandemia. Con l’aiuto di speciali finanziamenti federali, il campione storico delle pellicole fotografiche, cinematografiche e delle apparecchiature per le immagini e per la stampa ha quadruplicato il suo valore di Borsa, dopo aver annunciato la decisione di passare alla produzione di componenti per medicinali in grado di trattare molteplici condizioni e malattie, compreso forse il Covid-19. La straordinaria operazione ha scatenato un’impennata del titolo del gruppo a Wall Street, dove è salito di oltre il 400%. La riconversione di Kodak, il cui business tradizionale è da tempo in crisi e che intende derivare dalla nuova scommessa fino al 40% dei ricavi, sarà aiutata da un prestito governativo da 765 milioni di dollari, concesso grazie al Defense Production Act, il programma che consente al governo americano di ordinare o promuovere attività considerate indispensabili.

Il finanziamento, anticipato dal Wall Street Journal e confermato in un’intervista da Peter Navarro, consigliere per il commercio della Casa Bianca, sarà il primo concesso durante la pandemia attraverso questa legge federale, varata negli anni Cinquanta in risposta alla guerra in Corea e ’rispolverata’ dal presidente Trump durante l’emergenza Covid-19, per consentire al governo di chiedere alle aziende di produrre beni di cui c’è carenza. Con il finanziamento, Kodak produrrà ingredienti per farmaci generici, incluso l’anti-malarico idrossiclorochina promosso da Donald Trump come un rimedio per il Covid-19.

"Abbiamo una lunga esperienza nella chimica, che va ben oltre un secolo, e i laboratori della società ci consentono di procede rapidamente", ha spiegato Kodak, che ha inventato la macchina fotografica digitale nel 1975 ma non è riuscita a capitalizzare la sua invenzione fino alla crisi del 2011, quando è andata in amministrazione controllata. Fondata nel 1888 a Rochester nello Stato di New York, Kodak oggi è l’ombra di stessa: ha meno di cinquemila dipendenti, dopo che nei decenni passati era stata un leader tecnologico con 145.000 lavoratori e tecnici su scala mondiale. Questo primo esempio, si può star certi, non sarà l’ultimo. È un’intera economia, quella analogica, che sta cedendo il passo dopo l’ultima mazzata, arrivata dalla pandemia di Covid-19.