Mercoledì 24 Aprile 2024

Killer della ’ndrangheta evade dai domiciliari

Migration

Era ai domiciliari a casa del papà, a Pero, alle porte di Milano, ed è evaso la notte tra lunedì e martedì dopo aver spezzato il braccialetto elettronico: ora è caccia al latitante Massimiliano Sestito, 51enne, ritenuto affiliato alla cosca della ‘ndrangheta catanzarese Iozzo-Chiefari-Procopio e condannato per due omicidi, quello dell’appuntato dei carabinieri Renato Lio, ucciso nel 1991, e del boss Vincenzo Femia, nel 2013. Dal 12 gennaio Sestito era ai domiciliari.

Lio era stato freddato il 20 agosto 1991 durante un posto di blocco a Soverato, in provincia di Catanzaro; omicidio per il quale Sestito era stato condannato a 30 anni. Ora il 51enne era in attesa di una sentenza della Cassazione, prevista per domani, per l’omicidio del boss Vincenzo Femia (per il quale era stato condannato all’ergastolo), ucciso da un commando il 24 gennaio del 2013 all’estrema periferia di Roma. Il mese scorso Sestito era stato scarcerato dal carcere di Terni e sottoposto ai domiciliari dalla Corte d’Assise d’Appello di Roma. Già ad agosto 2013 era scappato approfittando della semilibertà concessa dal carcere romano di Rebibbia ed era stato trovato dalla polizia sulla spiaggia di Palinuro. Sul curriculum criminale, precedenti anche per associazione mafiosa e traffico di droga. A luglio del 1992, in carcere era finita tutta la famiglia con l’accusa di traffico di eroina. "Puntiamo – il commento del vicepremier Matteo Salvini – su una profonda riforma della giustizia: separazione delle carriere, responsabilità civile del giudice che sbaglia perché il ministro può approvare le leggi migliori al mondo, ma se poi qualcuno lascia uscire un ergastolano... Però ci sarà nome e cognome di chi ha firmato questo permesso".

Marianna Vazzana