Mercoledì 24 Aprile 2024

Kiev festeggia ma l’Est brucia Le due Ucraine

La capitale celebra i 1540 anni dalla fondazione. Zelensky a Kharkiv: "In Donbass situazione critica"

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A quasi cento giorni dall’inizio del conflitto su larga scala in Ucraina, il paese si trova sempre più diviso a metà. Le regioni ad ovest, che, dopo mesi di bombardamenti aerei e d’artiglieria dei russi, provano a ripartire, l’Est, Donbass in testa, nell’inferno dell’offensiva russa. Lenta, ma inesorabile, considerando che Mosca ha preso il controllo di Lyman, una città vicino a Severodonetsk, ritenuta strategica in quanto "sede di un fondamentale nodo ferroviario e porta d’accesso a importanti ponti ferroviari e stradali sul fiume Siverskyy Donets", come spiegano gli 007 britannici.

A Kiev si volta pagina. Da qualche settimana hanno riaperto a pieno regime negozi e ristoranti. I bar sono di nuovo affollati, anche se tra i tavolini c’è chi confida di avere sempre la valigia pronta per ripartire. Ogni giorno migliaia di ucraini tornano nella capitale, con la speranza di riacciuffare la vita normale andata in frantumi. Chi torna sono soprattutto donne e bambini alla ricerca di mariti e padri rimasti in patria per combattere al fronte. Qualche volta i loro volti si rigano di lacrime di gioia, altre di dolore.

In questo contesto in bilico tra paura e ripartenza ieri Kiev ha festeggiato 1540 anni dalla sua fondazione. La data ufficialmente riconosciuta è il 482 d.C, ma potrebbe essere precedente. Di certo antecedente a quella di Mosca che nacque solo nel XII secolo. "Kiev è il cuore dell’Ucraina, la capitale della libertà – sfodera tutto il suo orgoglio il ministero della Cultura e della Politica ucraino nel presentare il video celebrativo dell’anniversario di fondazione della città –. È una delle città più antiche d’Europa. Quest’anno celebriamo il Kiev Day sotto la legge marziale, ma sappiamo esattamente cos’è la nostra città. Quando la musica si sente ovunque, i castagni fioriscono e le persone attorno sono le più vicine". Nel filmato le note in sottofondo danzano malinconiche, aprendosi un varco tra i palazzi sventrati dalle esplosioni.

Da Kiev ieri è partito, per la prima volta dall’inizio del conflitto, il 24 febbraio scorso, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Destinazione, la regione di Kharkiv, a est, dove ha voluto incontrare le truppe. Qui i bombardamenti di Mosca sono incessanti, anche se Kiev è riuscita a riconquistare parte del terreno sottratto dalla Russia. "Difenderemo la nostra terra fino all’ultimo", l’ex comico prova a infondere coraggio ai soldati prima di ammettere che "le condizioni in Donbass sono enormemente difficili". Più a sud di Kharkiv, continua la resistenza di Severodonetsk. Il governatore della regione di Luhansk, Serhii Haidai, smentisce i toni trionfalistici usati dai ceceni di Putin: "Severodonetsk resta ucraina, i russi non si sono spostati all’interno della città". La guerra purtroppo continua. Ma almeno una parte dell’Ucraina prova con forza a scrollarsela di dosso.

Giovanni Panettiere