La guerra del grano incombe. Per superare il blocco russo l’Ucraina ha due opzioni: o transitare via terra o fare un accordo con la Russia. Per la prima l’Ucraina ha annunciato ieri di aver creato due corridoi. Mentre la seconda ipotesi si è dimostrata difficilmente percorribile a causa delle richieste di Mosca. Ma la Turchia, che lavora molto su questo dossier nonostante il fallimento a Istanbul dell’incontro con il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, insisterà ancora. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha infatti annunciato un colloquio, questa settimana, con il presidente russo Vladimir Putin e con l’omologo ucraino Volodymyr Zelensky sull’apertura di corridoi per l’esportazione del grano. "Parleremo su quali passi fare, sia con Putin sia con Zelensky" ha detto il presidente turco. Ma Kiev non si fida delle assicurazioni russe che se il porto di Odessa fosse sminato non lo userebbe per un attacco. E così l’Ucraina cerca di trovare vie alternative per il proprio grano, il proprio mais, i semi di girasole: almeno 20 milioni di tonnellate da muovere entro l’estate. Per spostarli via nave, ne servono circa 250-300, mentre di vagoni ferroviari ne servono 10mila, come dire 200 super treni da 50 vagoni. "L’Ucraina ha creato due corridoi terrestri attraverso la Polonia e la Romania per esportare grano ed evitare una crisi alimentare globale, anche se colli di bottiglia rallentano la catena di approvvigionamento" ha detto ieri il viceministro degli Esteri di Kiev, Dmytro Senik, a margine dell’Asian security summit di Singapore. "Questi corridoi ha spiegato Senik– non sono l’ideale, poiché portano a ritardi logistici, ma stiamo facendo tutto il possibile per svilupparli". Attraverso la Polonia, il grano ucraino viene esportato su rotaia, ma a causa della differenza di carreggiata delle rotaie ucraine rispetto a quelle polacche(e di gran parte dell’Ue), deve essere trasferito in silos ...
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