Kaili ai domiciliari Scarcerata dopo 4 mesi "Adesso dimostrerò la mia innocenza"

L’ex vicepresidente dell’Europarlamento avrà il braccialetto elettronico. Era l’ultima rimasta in cella. L’avvocato: "Eva esce a testa alta".

Kaili ai domiciliari  Scarcerata dopo 4 mesi  "Adesso dimostrerò  la mia innocenza"
Kaili ai domiciliari Scarcerata dopo 4 mesi "Adesso dimostrerò la mia innocenza"

Dopo oltre centoventi giorni e altrettante notti confinata nella prigione di Haren, nella periferia nord-orientale di Bruxelles, l’ex vicepresidente del Parlamento europeo Eva Kaili nelle prossime ore potrà fare rientro alla sua abituazione di Rue Wiertz per scontare gli arresti domiciliari con obbligo di braccialetto elettronico concessi dalla giustizia belga. Una decisione improvvisa, arrivata alla vigilia dell’ennesima udienza per il riesame delle misure cautelari nei suoi confronti, "attesa per fin troppo tempo" dal suo team legale e invocata a più riprese anche da diverse parti del mondo politico – dai Socialisti ai Popolari europei – e dell’opinione pubblica, che nella lunga detenzione preventiva di Kaili hanno visto una "punizione sproporzionata" e a tratti "inumana" e "lesiva" di quel rispetto dei diritti umani sancito nel cuore dell’Europa.

Era la mattina del 9 dicembre scorso quando la politica ellenica venne arrestata in flagranza di reato, con valigie piene di denaro contante in casa. La polizia fermò anche il padre, subito rilasciato, che stava scappando con una valigia piena di soldi. Kaili è stata accusata, al pari del suo compagno e assistente parlamentare Francesco Giorgi – uscito dal carcere a fine febbraio –, di associazione criminale, corruzione e riciclaggio per aver prestato il fianco all’ex eurodeputato Pier Antonio Panzeri aiutandolo a mettere in piedi un giro di soldi sporchi tra Bruxelles, Doha e Rabat per influenzare le politiche comunitarie. Poi una trafila giudiziaria - come previsto dal sistema belga - fatta di quattro udienze, svariati interrogatori, due appuntamenti al mese per poter vedere la figlia di due anni, e una battaglia anche mediatica portata avanti dai suoi avvocati che però, in questi quattro mesi, non erano riusciti ad ammorbidire la linea del magistrato Michel Claise. "Kaili esce di prigione a testa alta e con dignità – ha detto ieri il suo avvocato – e lotterà per la sua innocenza fino alla fine".