Martedì 23 Aprile 2024

Johnson frena Macron: "Con Mosca non si tratta"

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I simboli contano e certamente non è un caso se, mentre i leader del G7 s’incontrano nelle idilliache alpi bavaresi, a Kiev piovono missili come mai da settimane a questa parte. Il messaggio è chiaro: Severodonetsk è caduta, il Donbass resta in bilico, la Russia non ha intenzione di mollare la preda e la guerra sarà lunga. L’Occidente ha voglia – o anche è solo in grado – di correre la maratona?

Perché Putin, al momento, sembra essersi attrezzato in questo senso. Il G7 allora serve come sessione di terapia. Boris Johnson usa il bilaterale con Emmanuel Macron per spronare i compagni. "C’è ancora la possibilità d’invertire la rotta in Ucraina", dice al presidente francese. Banalmente: vincere la guerra.

Il conflitto, infatti, ormai non è più locale. I vertici europei lo ripetono di continuo, sia la presidente della Commissione Ursula von der Leyen che il presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel. Ma a Elmau i leader sanno che lo spettro – la stanchezza delle opinioni pubbliche, votanti, per il conflitto e i costi che ne derivano – è dietro l’angolo.

Johnson allora ha ammonito Macron che "qualsiasi tentativo di risolvere il conflitto ora causerà solo un’instabilità duratura" e rischia di dare a Putin "la licenza di manipolare sia i Paesi sovrani che i mercati internazionali in perpetuo". In soldoni: non è il momento di negoziare con il Cremlino, cosa che invece il presidente francese a più riprese ha lasciato intendere possa essere una strada percorribile.

red. est.