Sabato 20 Aprile 2024

Johnson a un passo dal ritorno Bufera Truss per il maxi vitalizio

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Avanti un altro, un’altra o – più probabilmente – quello di prima. È tempo di porte girevoli al numero 10 di Downing Street, dove prende corpo l’opzione clamorosa (farsesca per qualcuno, inevitabile per altri) di una resurrezione lampo di Boris Johnson al posto di Liz Truss: premier di passaggio durata 45 giorni, a cui adesso le opposizioni chiedono di rinunciare al vitalizio da 115mila sterline annue garantite di regola a tutti gli ex capi di governo di Sua Maestà. Per i laburisti l’entità della somma è uno "scandaloso" privilegio della casta dopo meno di due mesi di mandato, uno schiaffo ai comuni mortali vittime della crisi economica.

Il carosello della politica britannica ha ripreso a girare vorticosamente attorno a sé stesso e all’ennesima resa dei conti in seno alla parrocchia Tory per la scelta di un nuovo (o vecchio) leader destinato ad affrontare la burrasca del caos lasciato alle spalle da Truss: fra crisi internazionale, lacerazioni intestine e turbolenze finanziarie. I pedoni sono sulla scacchiera e le mosse sono attese per tutta la durata di un weekend di paura che precede il verdetto di lunedì. Con il tentativo di Johnson di riprendersi la scena e il potere – dopo l’onta delle dimissioni obbligate subita solo 3 mesi fa e l’autoproclamazione a Cincinnato di turno – contrapposto ormai solo a due potenziali alternative. In primis ‘l’indiano’ Rishi Sunak, suo ex pragmatico cancelliere dello Scacchiere e quindi capofila dei presunti accoltellatori; di rincalzo la ministra Penny Mordaunt, terza nelle quote dei bookmaker ma prima a scendere in campo ufficialmente ieri con due assi nella manica: un profilo più trasversale e l’impegno a confermare al suo fianco in veste di cancelliere Jeremy Hunt, garante dei mercati dal volto moderato appena paracadutato al vertice delle Finanze dalla Truss.