Mercoledì 24 Aprile 2024

Johnny lo Zingaro ancora in fuga Tredici permessi premio, è polemica

Scontro col Tribunale,. il ministro vuole verificare. l’iter dei benefici concessi. E invia gli ispettori

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Continua in Sardegna la caccia a Giuseppe Mastini, noto come Johnny lo zingaro, l’ergastolano evaso sabato scorso dal carcere di massima sicurezza di Sassari – la sua terza fuga dal 1987 –, dove sarebbe dovuto rientrare alle 12.20 da un permesso premio. Le ricerche coordinate dalla squadra mobile della questura di Sassari coinvolgono tutte le forze dell’ordine e i presìdi di polizia di frontiera negli aeroporti e nei porti sardi.

Mastini era a Sassari dal luglio 2017, dopo un’altra evasione, il 30 giugno, da Fasano, in provincia di Cuneo. Anche allora era uscito in regime di semilibertà e non era più rientrato. Lo "zingaro" – il cui soprannome è legato alle sue origini sinti – ha alle spalle una lunga scia di sangue dalla fine anni ’70. Commise il suo primo omicidio ancora 11enne. Fu coinvolto anche nell’inchiesta sulla morte di Pier Paolo Pasolini. Negli anni ’80 seminò il terrore a Roma. La sua prima evasione risale al 1987: approfittando di una licenza premio, non rientrò in carcere e si rese protagonista di furti e rapine, del sequestro di Silvia Leonardi, dell’omicidio della guardia giurata Michele Giraldi e del ferimento del carabiniere Bruno Nolfi. Fu catturato nel 1989.

Ma la vicenda riaccende lo scontro tra il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, e il Tribunale di sorveglianza di Sassari, col Guardasigilli che ha affidato all’Ispettorato generale del ministero degli accertamenti preliminari sull’evasione dello "zingaro", per verificare la correttezza dell’iter seguito dai giudici sassaresi. Dal febbraio 2019 sono stati 13 i permessi premio autorizzati dal Tribunale all’ergastolo: praticamente uno al mese, a eccezione del periodo di lockdown. È lo stesso Tribunale di sorveglianza che in aprile concesse i domiciliari a Pasquale Zagaria, boss affiliato al clan dei casalesi, per ragioni di salute.