Mercoledì 24 Aprile 2024

Joe e Mario, piena sintonia (ma non sulla Cina)

Al G7 primo faccia a faccia tra il premier Draghi e il presidente americano Biden. Asse sui diritti e la difesa dell’ambiente

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di Giampaolo Pioli

Lui è "Mario" per tutti. Oltre mezz’ora d’incontro per darsi nuovamente appuntamento a Roma per il G20 a fine ottobre. Il primo faccia a faccia tra Joe Biden e Mario Draghi rimette al centro le relazioni dell’Italia con gli Stati Uniti ma anche col resto dell’Europa dove il premier italiano continua a godere di grande autorevolezza.

"L’incontro è andato molto bene – dice Draghi sorridente – Tra noi c’è piena sintonia. Sin dalla formazione del governo sono stato molto chiaro che i due pilastri della politica italiana sono l’europeismo e l’atlantismo. Con Biden siamo d’accordo su molti temi: donne, giovani, difesa degli ultimi, diritti umani, diritti civili, diritti sociali e tutela dell’ambiente che è il tema chiave della nostra presidenza del G20". Non cita però la Cina e non è un caso.

Il presidente Biden non fa mistero di voler deviare sul fronte americano – rispetto a quello di Pechino – le partnership e i rapporti di collaborazione commerciale e industriale che i cinesi hanno già o stanno per siglare con diversi Ppaesi europei. Nel porto del Pireo ad Atene ad esempio gli ingegneri di Pechino hanno praticamente in mano la ristrutturazione e modernizzazione dell’intero bacino. Anche con l’Italia ci sono ambiziosi progetti in atto così come in Germania e Francia.

Ma nonostante le parole del presidente americano, i leader europei con in testa la Merkel, Draghi e lo stesso Macron insistono nel voler cercare anche un approccio magari competitivo con la Cina, ma che si fondi più che sullo scontro ideologico sulla cooperazione internazionale e sulla chiarezza e trasparenza dei progetti internazionali, a partire dall’Africa.

La formula del G7 che Boris Johnson ha messo in cantiere sulla costa di Carbis Bay è stata molto apprezzata dai leader mondiali soprattutto per le pause informali tra una sessione e l’altra dove i capi di stato e di governo hanno potuto parlare senza interpreti e senza sherpa. È la stessa presidente della commissione europea Ursula Von der Leyen a definire questi mini salottini "molto importanti".

Se Biden cercava in Cornovaglia il "ripristino" e la "ricucitura" dei rapporti con i 7 grandi, sicuramente l’ha trovata e Macron lo ha riconosciuto dicendo che "un leader è anche un partner" ma se sperava in qualche modo di veder accettata in toto una "nuova linea" americana dopo 4 anni di Trump, questo non lo ha ottenuto perché se le sovranità nazionali valgono per gli Usa queste valgono anche per i paesi europei indipendentemente da chi è il presidente degli Stati Uniti. Soprattutto se Biden per ora rimane un presidente benvoluto dagli americani ma ancora fragile e con una maggioranza ancora incerta. L’alleanza con gli Usa non è mai stata in discussione. L’obbedienza è cosa diversa.