È morto Jean-Paul Belmondo: addio al celebre attore francese

Icona della nouvelle vague, il padre era italiano. Eterno rivale di Alain Delon, Palma d'oro alla carriera nel 2011 e Leone d'oro nel 2016. Aveva 88 anni

Jean-Paul Belmondo (Ansa)

Jean-Paul Belmondo (Ansa)

Roma, 6 settembre 2021 - L'attore francese Jean-Paul Belmondo è morto. Lo si è appreso dai suoi più stretti collaboratori che ne hanno dato notizia con una comunicazione del suo avvocato, Michel Godest, citato dalla France Presse: "Era molto affaticato da qualche tempo. Si è spento serenamente", ha precisato il legale. Belmondo aveva 88 anni era un'icona del cinema francese e si è spento nella sua casa di Parigi. 

L'attore ha girato 80 film ed è stato protagonista di numerose storiche pellicole tra le quali 'Il Clan dei marsigliesi' con Claudia Cardinale del 1972. Lascia in eredità ruoli indimenticabili, come quello in 'A bout de souffle' (Fino all'ultimo respiro) di Jean-Luc Godard del 1960 o sorvolando il cielo di Venezia, appeso ad un elicottero, in 'Le Guignolo' (Il piccione di Piazza San Marco) di Georges Lautner del 1980.

L'attore, divo della nouvelle vague, ara nato a Neuilly-sur-Seine, alle porte di Parigi, il 9 aprile 1933. Aveva recitato anche in Italia diretto, tra gli altri, da Alberto Lattuada, Vittorio De Sica e Renato Castellani accanto a Gina Lollobrigida, Claudia Cardinale, Sophia Loren e Stefania Sandrelli. Ebbe anche una relazione con l'attrice Laura Antonelli.

Sommario

Gli esordi a teatro e i primi film

Jean-Paul Belmondo con Sophia Loren sul set del film 'La Ciociara' del 1961 (Ansa)

Belmondo è stato da sempre contrapposto ad Alain Delon di due anni meno giovane. Hanno esordito con lo stesso maestro, Allegret, hanno flirtato entrambi con la nouvelle vague, hanno successo con le donne e con gli spettatori. Jean-Paul Belmondo ha sangue italiano nelle vene giacché il padre, scultore di buona fama, era Paolo Raimondo. Dopo un esordio a teatro, Belmondo ha debuttato al cinema nel 1956 con il cortometraggio Molie're di Norbert Tildian, mentre già nel 1958 si fa apprezzare come 'jeune premier' in 'Peccatori in Blue Jeans' di Marc Allegret, ma dà anche fiducia al giovanissimo Claude Chabrol in 'A doppia mandata' (1959). Veste i panni di Michele ne 'La ciociara' di Vittorio De Sica e poi di Amerigo ne 'La viaccia' di Mauro Bolognini (1961).

La rivalità con Alain Delon

Jean-Paul Belmondo e Alain Delon (Ansa)

Nel cinema poliziesco combatte la grande battaglia per la popolarità con Alain Delon. Belmondo recita con Claude Sautet in 'Asfalto che scotta' (1960), 'Quello che spara per primo' di Jean Becker (1961), 'Quando torna l'inverno' di Henri Verneuil (1962), fino a 'Lo spione' del maestro Jean Pierre Melville, lo stesso che porterà a vette assolute Delon in 'Frank Costello'. Conquista i francesi ed il suo rivale che gli propone di recitare insieme, nel 1970 con 'Borsalino', successo planetario e inizio di una quarta fase nella carriera di Belmondo che ha lavorato con tutti i registi più apprezzati e popolari, da Claude Lelouch a Francois Truffaut ('La mia droga si chiama Julie') e ha coniato una coppia di sicura simpatia con la perfetta 'spalla' Lino Ventura.

Palma d'oro e Leone d'oro alla carriera

Jean-Paul Belmondo con Barbara Gandolfi a Cannes nel 2011 (Ansa)

Sposato due volte con la ballerina Elodie che gli ha dato tre figli e l'attuale compagna Natty, incarna lo spirito francese più nazionalista e orgoglioso. Nel 1989 è Premio Cesar come miglior attore nel 1989 per ''Una vita non basta'' di Claude Lelouch. Nel 2001 è stato colpito da un ictus e per otto anni è scomparso da ogni apparizione pubblica. Ma con incrollabile forza di volontà si è ripreso, dando il via a una nuova fase della vita, idealmente sancita nel 2011 dalla consegna della Palma d'oro alla carriera a Cannes. Nel 2016, assieme al regista Jerzy Skolimowski, gli viene assegnato il Leone d'oro alla carriera alla Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia.

Il ricordo alla Mostra del Cinema di Venezia

Il Leone d'oro alla carriera a Jean-Paul Belmondo nel 2016 (Ansa)

Appresa la notizia della morte del celebre attore francese, il presidente, il consiglio di amministrazione, il direttore della Mostra del Cinema e la Biennale di Venezia hanno diffuso un messaggio: "Ricordiamo con grande affetto e ammirazione l'attore Jean-Paul Belmondo, icona del cinema francese e internazionale, e primo straordinario interprete dello spirito di modernità tipico della Nouvelle Vague". Jean-Paul Belmondo è stato presente alla Mostra di Venezia fin dagli inizi della sua carriera, proprio con alcuni capolavori della Nouvelle Vague, quali A doppia mandata (À double tour,1959) di Claude Chabrol e Il bandito delle 11 (Pierrot le fou, 1965) di Jean-Luc Godard. Alla Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica del 2016 è stato premiato col Leone d'oro alla carriera. Nella motivazione del riconoscimento, il direttore Alberto Barbera aveva dichiarato: "Un volto affascinante, una simpatia irresistibile, una straordinaria versatilità, che gli ha consentito di interpretare di volta in volta ruoli drammatici, avventurosi e persino comici, e che hanno fatto di lui una star universalmente apprezzata, sia dagli autori impegnati che dal cinema di intrattenimento".

L'omaggio di Macron

Anche il presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron ha ricordato Belmondo. "Rimarrà per sempre 'Le Magnifique'. Jean-Paul Belmondo era un patrimonio nazionale, pieno di brio e scoppi di risate, con parole forti e corpo agile, eroe sublime e figura familiare, instancabile temerario e mago delle parole. In lui ci siamo ritrovati tutti", ha scritto Macron sul suo profilo twitter. Macron aveva conferito la Legione d'onore a Belmondo nel novembre 2019, durante una cerimonia all'Eliseo.