Martedì 23 Aprile 2024

Italiano ad Haiti sequestrato da una gang

L’ingegnere catanese di 74 anni lavora per Bonifica Spa: l’ombra dell’estorsione. Lo scorso anno 243 rapimenti nel Paese

Migration

Un italiano è stato rapito ad Haiti. Lo hanno preso uomini armati, ieri mattina, per chiedere un riscatto. Sono entrati nella cittadina di Croix-de- Boquetes, nel cantiere per il rifacimento della strada che collega i dipartimenti centro e nord del paese, hanno bloccato il personale locale e sono andati direttamente a prelevare il capocantiere, l’ingegnere italiano Giovanni C., 74 anni, nato a Catania, iscritto all’Aire e residente ad Haiti da anni. Al momento del rapimento assieme al connazionale c’era anche un altro tecnico, di cui per ora si ignora la nazionalità, che potrebbe essere stato a sua volta sequestrato, sebbene non ci siano conferme. "Haiti sta vivendo un’esplosione di rapimenti ed una condizione di insicurezza che condiziona tutta la popolazione", ha osservato l’ambasciatore italiano a Panama Massimo Ambrosetti, che ha competenza su Haiti.

L’ingegnere rapito vive e lavora per conto di una azienda romana di costruzioni, la Bonifica Spa, che sta effettuando i lavori di asfaltatura. Secondo fonti locali, responsabile del rapimento sarebbe la famigerata banda locale ’400 Mawozo’, che sta seminando il terrore specialmente nella località di Croix-de-Bouquets, a nordest della capitale Port-au-Prince. Qui l’11 aprile il gruppo criminale, che prospera sui rapimenti e le estorsioni, ha sequestrato un gruppo di dieci persone, tra cui cinque sacerdoti e due suore, e ha chiesto un riscatto di un milione di dollari. Quattro haitiani sono stati liberati quasi subito. Gli altri sei – quattro religiosi locali e due cittadini francesi, un prete e una suora – sono stati rilasciati il 30 aprile. l sequestro ha spinto alle dimissioni il precedente governo, con la nomina di un nuovo primo ministro, Claude Joseph. La Chiesa cattolica ha definito la crisi dei rapimenti in corso nel Paese, considerato il più povero dell’emisfero occidentale, una "discesa all’inferno". L’anno scorso si sono contati 243 sequestri.

L’Unità di crisi della Farnesina è stata immediatamente attivata e sta seguendo il caso in raccordo con le altre competenti articolazioni dello Stato, con la nostra ambasciata a Panama e con il nostro console onorario sul posto, Sherif Abdallah. Nato da padre egiziano e madre italiana, sposato con la figlia di una facoltosa famiglia haitiana, Abdallah è un imprenditore molto noto e molto potente, che spazia dalla distribuzione del gas, alle assicurazioni, all’importazione di generi alimentari e ha ottimi contatti con le forze di governo e la polizia. Anche per questo si conta di riuscire a risolvere positivamente il riscatto.

Alessandro Farruggia