Zona bianca, la timeline: il calendario regione per regione / Pdf

Dal primo giugno niente più coprifuoco per Molise, Friuli e Sardegna. Basilicata e Bolzano saranno le ultime

Zona bianca: il calendario regione per regione

Zona bianca: il calendario regione per regione

Oramai è questione di pochi giorni, una settimana in più o in meno. E tuttavia, dopo un anno di chiusure, persino quella minuzia ha il suo peso e le regioni seguono con apprensione i dati che decideranno se la promozione in zona bianca – senza coprifuoco e con molta più libertà – avverrà all’inizio o alla fine di giugno. Conti alla mano, il professore Giovanni Sebastiani, ricercatore all’istituto per le applicazioni del calcolo del Cnr, nota come il Molise non riesca ad entrare nel ’paradiso’ già dal 24 maggio per una manciata di giorni: "Sono già 2 settimane che questa regione ha i numeri per passare di fascia: il cambio di colore però avviene di venerdì, dunque non sono trascorse le tre settimane necessarie per il salto". Ecco perchè questa regione dovrà rassegnarsi ad ottenere l’upgrade il primo giugno, assieme al Friuli Venezia Giulia e alla Sardegna.

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Come fanno notare anche i tecnici del dicastero della Salute, infatti, i nuovi parametri introdotti dal decreto aperture (qui il testo in Pdf) prevedono che bisogna stare sotto i 50 contagi per 100mila abitanti per 21 giorni di seguito (e naturalmente ci si aspetta un basso tasso di occupazione di terapie intensive e reparti ordinari degli ospedali, anche se per questa fascia non ci sono vincoli) per ’sbiancarsi’, previa naturalmente ordinanza del ministro Speranza. Se la curva dei contagi - come appare dalle analisi del professore – continua a scendere, un altro gruppetto è molto vicino all’obiettivo del liberi tutti, dove cioè rimangono da osservare solo le regole base: mascherine, distanziamento e sanificazione delle mani.

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Si tratta di Abruzzo (con 62 casi su 100mila abitanti certificati dalla cabina di regia venerdì scorso), Liguria (stesso tipo di incidenza) e Veneto (68). Eppure, alle spalle di queste tre ’elette’ – peraltro già individuate dal governo qualche giorno fa – ce ne sono altre che stanno lì lì per guadagnarsi l’agognato bianco: si tratta di Lombardia (87), provincia di Trento (71), Lazio (nell’ultimo monitoraggio aveva un’incidenza di 95 ma in questi giorni ha avuto un crollo vertiginoso di nuovi contagiati e ora è attorno a 60-70), Umbria (75) Sicilia (96), Marche (99), Emilia-Romagna (100), Piemonte (106) e Calabria (112): "Se saranno in grado di mantenere o di migliorare il trend delle ultime settimane – afferma il professor Sebastiani – potranno lasciare la zona gialla sempre il 7 giugno".

Altrimenti, dovranno attendere un’altra settimana per raggiungere la meta che comporterebbe comunque l’abolizione del coprifuoco prima del 21 giugno, la data ufficialmente fissata dal governo. Molto dipende da ciò che accadrà in alcune province – come Parma, ad esempio, nel caso della regione governata da Bonaccini – dove la curva è piatta, ovvero fatica a scendere. Se la situazione non migliora, insomma, dovranno rassegnarsi a passare di livello il 14 giugno, assieme alla Puglia dove l’incidenza di casi è ancora abbastanza alta: 117 su 100mila abitanti. Stesso discorso va fatto per Toscana, Campania e Valle d’Aosta in bilico tra il 14 e il 21 giugno. Oltre alla provincia di Bolzano che presenta un curva piatta per l’incidenza, con un valore più alto di quello necessario per raggiungere la zona meno a rischio, fanalino di coda nella classifica stilata da Sebastiani è la Basilicata: se tutto va per il verso giusto può sperare di passare in zona bianca il 21, altrimenti dovrà aspettare la fine del mese, ovvero il 28 giugno.

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