Giovedì 25 Aprile 2024

Italia in giallo, ce la fa anche la Lombardia Prove di ripartenza per bar e ristoranti

Restano in arancione solo cinque regioni. Ma il governo esprime cautela: "Non bisogna abbassare la guardia". La curva del contagio scende lentamente. L’Istituto superiore di sanità: terapie intensive sotto la soglia critica

di Alessandro Farruggia

Rosso addio. L’Italia torna a maggioranza gialla e riprende a respirare. Il ministro della Salute, Roberto Speranza, sulla base dei dati e delle indicazioni della Cabina di Regia, ha annunciato ieri la firma entro la mezzanotte di nuove ordinanze che andranno in vigore a partire da lunedì 1 febbraio. Saranno in area arancione solo Puglia, Sardegna, Sicilia, Umbria e la Provincia Autonoma di Bolzano. Tutte le altre regioni e province autonome saranno in area gialla, quindi comprese Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna e Lazio, in bilico fino a ieri. "Sono contento che il governo abbia ascoltato la nostra voce e interpretato il Dpcm in modo ragionevole", ha commentato il presidente della Liguria, Giovanni Toti. Per le attività commerciali, le scuole, le relazioni sociali è una boccata d’aria pura. Nelle regioni gialle potranno aprire fino alle 18 bar e ristoranti, torneranno visitabili musei e aree archeologiche, sarà possibile viaggiare fuori dal comune di residenza, mentre, come previsto dal Dpcm, restano vietati gli spostamenti tra le regioni e le province autonome fino al 15 febbraio.

Gli addetti ai lavori invitano a essere prudenti. "Numerose regioni torneranno in zona gialla – commenta il ministro Roberto Speranza – . Questa è una buona notizia, ma è fondamentale mantenere la massima attenzione. La sfida al virus è ancora molto complessa". E i tecnici lo supportano. "Questa settimana – osserva il direttore generale della prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza – tende leggermente a diminuire l’incidenza a 14 giorni, che resta ancora elevata, scendendo da 389 a 289 per 100 mila abitanti. È in leggera flessione anche l’Rt, che è calato a 0.84 a livello nazionale. Per quanto riguarda l’occupazione dei posti di terapia intensiva vediamo una leggera diminuzione e si è scesi sotto la soglia critica. Questo miglioramento generale, anche se lieve, è la conseguenza delle misure prese nell’ultimo mese. Quindi, occorre continuare ad avere comportamenti prudenti". "C’è un miglioramento, le curve decrescono, ma molto lentamente – conferma il presidente dell’Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro – quindi serve cautela, non possiamo rilassarci".

Ma le regioni esultano, seppure con prudenza. "Premiati gli sforzi e i sacrifici di queste settimane da parte di cittadini, attività economiche, comunità locali", scrive il presidente dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, ma "attenzione continuiamo a dimostrare responsabilità". "Le zone non sono un gioco a premi dove si vince o si perde – afferma il veneto Luca Zaia –. Siamo ancora nel pieno della pandemia, ed è fuori luogo pensare che sia finita".

Stessa linea di Nicola Zingaretti nel Lazio giallo: "Una buona notizia che darà respiro all’economia. Ora però manteniamo alto il livello di attenzione". "Dopo i ricorsi e le denunce fatte dalla Regione, la Lombardia torna in zona gialla – osserva il governatore della Lombardia Attilio Fontana –. Credo che questo sia un doveroso e giusto riconoscimento ai tanti sacrifici che i cittadini hanno compiuto in questi mesi".

Secondo il rapporto IssCabina di regia risulta ad alto rischio essere solo l’Umbria (Rt 0.96). Sono invece a rischio moderato Abruzzo, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Provincia autonoma di Trento, Puglia e Toscana. Mentre la Provincia autonoma di Bolzano ha un rischio moderato ad alta probabilità di progressione. A rischio basso, invece Basilicata, Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Sardegna, Sicilia, Valle D’Aosta, Veneto. Rischio basso, ma ad elevata probabilità di progressione, il Molise (che ha l’Rt più alto, 1.51). Ieri il bollettino quotidiano del ministero segnalava – con 268.750 test – 13.574 positivi al Coronavirus nelle ultime 24 ore, a fronte dei 14.372 del giorno precedente, mentre le vittime erano ancora 477, in lieve calo da 492 e il tasso di positività era del 5,05%, in lievissimo calo dal 5,2%. Piccoli passi verso la fine dell’incubo.