Italia arancione, solo quattro regioni rosse Ma resta l’allerta per le terapie intensive

Promosse anche Emilia-Romagna, Lombardia e Toscana. Scende ancora l’indice Rt, l’Iss: "È il risultato della stretta di Pasqua"

di Alessandro Farruggia

L’Italia si colora di arancione. Il ministro della Salute, Roberto Speranza, sulla base dei dati e delle indicazioni della Cabina di Regia, ha firmato nuove ordinanze che andranno in vigore a partire da lunedì. Passano dal rosso all’arancione le regioni Calabria, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte e Toscana. Riapriranno i negozi e si potrà circolare all’interno del comune di residenza. Sarà inoltre possibile, una volta al giorno, andare a trovare amici o parenti nel comune in massimo due persone oltre ai minori di 14 anni conviventi. Novità anche per la scuola: torneranno in classe anche gli studenti della seconda e terza media mentre per quelli delle scuole superiori la didattica in presenza deve essere garantita almeno al 50%. Passa invece in zona rossa la Regione Sardegna, che andrà a far compagnia a Campania, Puglia e Val D’Aosta.

La Sicilia, che era data vicina al rosso, resta arancione. Secondo il report settimanale dell’ISSMinistero della Salute migliorano leggermente tra il 29 marzo e il 4 aprile – anche grazie alla stretta di Pasqua e al minor numero di tamponi fatti – due dei parametri di controllo dell’epidemia da Covid: l’indice di trasmissibilità Rt che scende a 0,92 da 0,98 e l’incidenza, ancora nettamente al di sopra della soglia di tracciabilità (50 casi per 100mila abitanti), ma che per la terza settimana consecutiva scende lentamente (210,8 per 100.000 abitanti contro 232,74 per 100.000 abitanti). Mentre il tasso di occupazione in terapia intensiva (41%) e in aree mediche (44%) rimane sopra la soglia critica in 15 regioni (una in più della scorsa settimana). Otto regioni e province autonome hanno un Rt puntuale maggiore di uno ma quindici regioniprovince autonome hanno "una classificazione di rischio moderato" e "si osserva una diminuzione del livello generale del rischio". "Le decisioni prese – ha commentato il ministro della Salute Roberto Speranza – significano che le misure hanno prodotto una prima piegatura della curva ma il contesto è ancora molto complicato con un tasso di diffusione del virus significativo e le intensive piene. Nelle prossime settimane ci sono le condizioni perché, in un incrocio tra effetti delle misure prese e accelerazione delle vaccinazioni, si possano creare le condizioni, in un percorso graduale, facendo un passo alla volta, per avere in sicurezza una stagione profondamente diversa dal passato".

Soddisfatte le regioni promosse, ma sempre con cautela. "Dopo 28 giorni di limitazioni da fascia rossa - sottolinea il governatore della Lombardia Attilio Fontana – iniziamo quel graduale ritorno alla normalità che comportamenti responsabili e vaccinazioni renderanno più vicino. Non sprechiamo però questa grande opportunità: non abbassiamo la guardia". L’esempio della Sardegna, che era bianca e ora è precipitata in zona rossa, vale per tutti. Va poi detto che nelle regioni che ritornano arancioni ci sono però aree che rimarranno rosse. È il caso della Toscana. "Voglio tenere un atteggiamento prudente e rigoroso – ha detto il governatore Eugenio Giani – perché negli ospedali toscani la situazione è veramente al limite della saturazione. Quindi le zone che superano il limite di 250 casi le terrò in zona rossa: parliamo delle intere province di Firenze e Prato, oltre ad alcune aree del Pisano e del Senese".

Sul fronte dei dati sono 18.938 i positivi al test del coronavirus in Italia nelle ultime 24 ore. Giovedì erano stati erano 17.221. Le vittime sono nominalmente ben 718 a fronte delle 487 di 24 ore prima. Ma il numero dei decessi è in realtà di 460, perché la Sicilia ha caricato 258 decessi antecedenti. Il tasso di positività è salito al 5,2% (giovedì era stato 4,7%), mentre sono 192 i nuovi ricoveri in terapia intensiva, ma nel complesso i letti occupati calano di 60 unità, per un totale di 3.603.