Giovedì 18 Aprile 2024

Vendite al dettaglio ferme: non c'è l'effetto '80 euro'. Fiducia imprese giù, male i salari

In leggera controtendenza su base mensile il comparto alimentare (+0,1%). Allarme Coldiretti: 2 italiani su 3 hanno tagliato la spesa. Meno formaggi e ortofrutta nel carrello, nonostante il calo di prezzi. E aumentano gli italiani che non buttano il cibo scaduto (8 su 10). Ad agosto giù la fiducia alle imprese (a 88,2 da 90,8 di luglio): Ue preoccupata. Salari su del 1,1% a luglio: crescita più bassa dal 1982

Spesa al supermercato (Ansa)

Spesa al supermercato (Ansa)

Roma, 28 agosto 2014 - Soffrono i consumi e le imprese nell'estate 2014, mentre i salari segnano un nuovo minimo storico, con la crescita più bassa da 32 anni. L'Istat scatta la fotografia del Paese che arranca, con le vendite al dettaglio pari allo zero a giugno, e la fiducia alle imprese che dopo il balzo di luglio torna a scendere ad agosto.

COMMERCIO FERMO - Il bonus Irpef di 80 euro incassato a maggio non fatto bene al commercio a giugno: ferme rispetto al mese precedente le vendite al dettaglio, che registrano una crescita zero, mentre scendono del 2,6% su base annua. In leggera controtendenza su base mensile il comparto alimentare: qui, secondo i dati dell'Istituto di statistica, le vendite si mantengono appena sopra lo zero, registrando un +0,1%, mentre scendono nel confronto annuo, con un ribasso del 2,4%. In calo i prodotti degli altri settori: -0,1% congiunturale e -2,8% tendenziale. In realtà tutte le principali voci monitorate dall' Istat risultano in territorio negativo. E non sono esclusi i farmaci (-2,9% annuo) e l'abbigliamento (-2,3%). 

Con riferimento alla forma distributiva, nel confronto con il mese di giugno 2013, le vendite diminuiscono per le imprese della grande distribuzione (-1,3%), ma ad accusare di più il colpo sono i piccoli negozi,  le botteghe diquartiere (-3,9%). Deciso il ribasso delle vendite al dettaglio nei supermercati (-2,5%). Ancora per una volta invece risultano salvi i discount (+0,5%). 

Nel primo semestre del 2014, l'indice grezzo diminuisce dell'1% rispetto allo stesso periodo del 2013. Le vendite di prodotti alimentari segnano una flessione dello 0,7% e quelle di prodotti non alimentari dell'1,1%. 

L'ALLARME COLDIRETTI - Due italiani su tre (67%) hanno tagliato la spesa in qualità e quantità, con pesanti effetti su tutta la filiera agroalimentare dal campo alla tavola. Tre milioni di famiglie - spiegano i coltivatori - sono costrette a fare acquisti negli hard discount, in aumento del 48% rispetto all'inizio della crisi. A cambiare non è solo la qualità dei prodotti acquistati ma nel primo semestre del 2014 il carrello della spesa - precisa l'organizzazione agricola - si è ulteriormente svuotato con una flessione degli acquisti per latte e formaggi (-5%), e per l'ortofrutta (-2%), nonostante la generale riduzione dei prezzi. In calo addirittura le uova (-3%) che tradizionalmente sostituiscono la carne nei momenti di difficoltà economica. Un segnale di difficoltà che è confermato dal fatto che - continua la Coldiretti - più di otto italiani su dieci (81%) non buttano il cibo scaduto con una percentuale che è aumentata del 18% dall'inizio del 2014, secondo il rapporto 2014 di Waste watcher knowledge for Expo. 

GIU' LA FIDUCIA ALLE IMPRESE - Torna a scendere la fiducia delle imprese ad agosto dopo il balzo di luglio, completamente cancellato, che aveva portato l'indicatore sui massimi da tre anni. In particolare, l'indice calcolato dall'Istat, si attesta a 88,2 da 90,8 del mese precedente. Il calo dell'indice complessivo, spiega l'istituto di statistica, è dovuto al peggioramento della fiducia delle imprese di tutti i settori, manifatturiero, dei servizi di mercato, delle costruzioni e del commercio al dettaglio. La flessione della fiducia preoccupa l'Europa: è più che mai "urgente" - dice il commissario Ue  Jyrki Katainen - procedere con riforme e politiche di bilancio che, assicurando la stabilità, sostengano la crescita, "in particolare attraverso una miglior gestione della spesa pubblica"

L'indice del clima di fiducia delle imprese manifatturiere scende a 95,7 da 99,1 di luglio. Peggiorano sia i giudizi sugli ordini che le attese di produzione (da -23 a -24 e da 7 a 1, i rispettivi saldi); il saldo relativo ai giudizi sulle scorte di magazzino passa da 0 a 3. L'analisi del clima di fiducia per raggruppamenti principali di industrie (Rpi) indica peggioramenti per i beni di consumo (da 98,0 a 94,8), per i beni intermedi (da 101,7 a 97,0) e per i beni strumentali (da 97,0 a 95,7). L'indice del clima di fiducia delle imprese di costruzione scende a 77,0 da 83,0 di luglio. Peggiorano sia i giudizi sugli ordini e/o piani di costruzione (da -45 a -48) sia le attese sull'occupazione (da -14 a -22). L'indice destagionalizzato del clima di fiducia delle imprese dei servizi scende a 87,5 da 92,3 di luglio. Il saldo dei giudizi sugli ordini passa da -5 a -11, sale leggermente (da -6 a -5) quello relativo alle attese; si contraggono le aspettative sull'andamento dell'economia in generale (da -24 a -33). Nel commercio al dettaglio, l'indice del clima di fiducia scende a 98,3 da 101,4 di luglio. La fiducia peggiora sia nella grande distribuzione (da 101,0 a 97,2) sia in quella tradizionale (da 102,7 a 99,3). 

SALARI, CRESCITA PIU' BASSA DAL 1982 - Le retribuzioni contrattuali orarie a luglio sono rimaste ferme su giugno, salendo solo dell'1,1% rispetto all'anno scorso. L'Istat spiega che si tratta della crescita annua più bassa almeno da 32 anni, ovvero dal 1982, data d'inizio delle serie ricostruite. Siamo quindi a un nuovo minimo storico. Guardando ai principali macrosettori, aumento tendenziale dell'1,4% per i dipendenti del settore privato, mentre si rileva ancora una crescita 'zero' per quelli della pubblica amministrazione. Nel dettaglio, i comparti che presentano i rialzi maggiori sono: telecomunicazioni (3,1%), gomma, plastica e lavorazione minerali non metalliferi (3,0%) ed estrazione minerali (2,9%).