Isernia, arrestato il direttore provinciale dell'Agenzia delle Entrate

L'accusa è quella di tentata concussione: il dirigente (già sospeso dal servizio) avrebbe richiesto una tangente da 1 milione di euro "per ridurre l'esposizione debitoria, o per evitare presunte conseguenze penali, di una società"

Agenzia delle Entrate (Foto di repertorio Ansa)

Agenzia delle Entrate (Foto di repertorio Ansa)

Isernia, 6 aprile 2022 - I carabineri hanno eseguito un mandato di arresto per il direttore provinciale dell'Agenzia delle entrate di Isernia. L'accusa è quella di tentata concussione. L'indagine è coordinata dal Procuratore della Repubblica di Isernia, Carlo Fucci. Nei confronti dell'uomo esiste un "grave quadro indiziario - scrive il procuratore Fucci in una nota - rispetto alla commissione del reato di tentata concussione e sono stati disposti gli arresti domiciliari presso la propria abitazione".

L'Agenzia delle Entrate in un comunicato ha assicurato "totale collaborazione alla Procura della Repubblica di Isernia e ai Carabinieri del Nucleo investigativo del locale Comando Provinciale". L'Agenzia precisa di aver "immediatamente adottato la sospensione cautelare dal servizio, in attesa di ricevere i provvedimenti dell'Autorità giudiziaria che consentiranno di assumere tutte le misure disciplinari, contrattuali e risarcitorie normativamente previste".

Tangente da 1 milione

"Una tangente da un milione di euro per ridurre l'esposizione debitoria, o per evitare presunte conseguenze penali, di una società in procedura concorsuale, in concordato di continuità. Questa la richiesta, secondo le prime risultanze dell'indagine, del direttore provinciale dell'Agenzia dell'Entrate di Isernia al commissario giudiziale della procedura nominato dal Tribunale di Isernia". Carlo Fucci spiega così l'accusa nei confronti del dirigente dell'Agenzia delle Entrate. La società in questione è la Dr Motor Company srl di Macchia d' Isernia e il commissario è Vincenzo Maddaloni che ha denunciato tutto in Procura facendo avviare le indagini condotte dai carabinieri e dalla guardia di finanza. Determinanti sono stati alcuni accertamenti tecnici, tra cui le intercettazioni telefoniche e ambientali.

Secondo quanto ricostruito da Fucci, i fatti risalgono al dicembre 2021. Il direttore provinciale avrebbe richiesto la tangente garantendo al commissario un lauto riconoscimento economico "a fronte del suo impegno ad astenersi da una serie di azioni dirette ed indirette in danno della società, degli amministratori, e dello stesso commissario giudiziale, che altrimenti avrebbe posto in essere, a sua volta promettendo di far ottenere alla società in concordato preventivo importanti vantaggi in termini di riduzioni dell'esposizione debitoria verso l'Agenzia delle Entrate". Il procuratore Fucci ha anche voluto precisare che "non ci sono altri indagati" e che nei prossimi giorni il direttore sarà ascoltato.