ArchiveL’ex ministro Costa: "A Ischia trovai 200 case abusive. Ma demolirle è quasi impossibile"

L’ex ministro Costa: "A Ischia trovai 200 case abusive. Ma demolirle è quasi impossibile"

L’esponente dei 5 Stelle e l’esperienza da carabiniere: ero impotente, a un certo punto il sistema s’inceppa

"Mi sentivo come chi tenta di svuotare il mare con un secchiello. Quando ero investigatore della Forestale, e dei carabinieri forestali poi, ho fatto l’istruttoria per oltre duecento sequestri di immobili abusivi nella sola isola di Ischia. Duecento. Eppure all’abbattimento si è raramente arrivati. Il che, francamente, è parecchio frustrante. Io facevo il mio, ma poi dopo centinaia di sequestri ti accorgevi che da qualche parte il sistema si inceppava". Sergio Costa, M5s, oggi vicepresidente della Camera ma già ministro dell’Ambiente e prima ancora generale in prima linea nella repressione dei reati ambientali, Ischia la conosce più che bene. E manco lui è riuscito a cambiarne la tentazione all’abuso edilizio.

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Onorevole Costa, quale era la reazione della popolazione e degli amminstratori locali quando sequestravate un immobile?

"Erano tutti Incavolati come delle iene, scusi la battuta un pò colorita. Ma lo ricordo bene quel che succedeva ogni volta che sequestravamo un edificio. Sembrava sempre che tu facessi un abuso, che tu gli volessi togliere la casa per un inutile e quasi perverso formalismo, quando invece rispettavi solo disposizioni di legge assolutamente giuste e necessarie per evitare disastri. Ora, ad onore del vero, bisogna anche dire che nel fenomeno dell’abusivismo c’è spesso la corresponsabiltà degli enti locali, perchè ad esempio sono 70 anni che a Casamicciola non c’è un piano regolatore. E magari non a caso".

Ma come mai le ordinanze di abbattimento non vengono eseguite?

"Perchè abbattere costa, e quindi i soldi il Comune, o ora anche la Procura, deve andare a prenderli alla Cassa depositi e prestiti, ai quali deve poi renderli. Il problema è che di solito quei soldi non riesci a recuperarli dal proprietario dell’immobile che al 90% è incapiente. Il comune teme quindi un dissesto finanziario, e non procede all’abbattimento. È un sistema, diciamolo, che non funziona".

Ergo, come se ne esce?

"Serve una legge organica sul dissesto idrogeologico che stabilisca procedure chiare e fondi certi per gli abbattimenti. Siamo all’inizio della legislatura, facciamo una legge bipartisan".

L’abusivo non vuole abbattimenti ma ricostruire dove era prima.

"Lo so bene. Ma se la casa sta sul deflusso naturale delle acque non puoi ricostruire là, anzi non avresti mai dovuto edificare perchè sei in una zona di inedificabilità assoluta. Quelle case, piaccia o non piaccia, vanno abbattute. e mai più condoni".

A proposito, perchè nel 2018 il governo Conte, nel quale lei era ministro dell’Ambiente fece un mini-condono per Ischia?

"Non fu affatto un condono. È vero che la parola condono sta nel titolo dell’articolo, ma è come se io dovessi giudicare un film dal titolo. Il titolo è sbagliato, il film no. In sede di pre-Consiglio dei ministri dissi come molta fermezza: io vengo da quel territorio e vi dico che non esiste proprio che noi possiamo fare un condono perchè se lo facessimo ci sporcheremmo le mani di sangue. Devo dire la verità, fui convincente e quindi Conte decise con l’articolo 25 del decreto emergenze di dare un tempo di sei mesi ai cittadini di Ischia, che nel 2018 ancora in larga parte non avevano avuto uno straccio di risposta alle domande dei tre condoni del 1985, 1994 e 2003, per avere una parola definitiva sui condoni precedenti. Solo chi non aveva l’immobile abusivo avrebbe avuto contributi per il sisma del 2017. Questo era il senso: non finanziare case abusive. Altro che condono".