Giovedì 25 Aprile 2024

Ira della madre di Giorgia. "Rula deve vergognarsi"

Lettera contro gli attacchi della giornalista: non usi le colpe di un padre assente

La mamma di Giorgia Meloni non accetta l’attacco di Rula Jebreal e, in un lungo post sui social, risponde colpo su colpo alla questione del padre della premier in pectore condannato in passato per traffico di droga in Spagna.

Il senso è chiaro: non ricadano le colpe dei genitori su quelle dei figli, a maggior raggione se il padre in questione nemmeno si voleva far chiamare come tale. Mella lettera aperta, pubblicata da decine di deputati e attivisti di FdI, la signora Anna Paratore esordisce così: "Dopo che per anni ho sopportato i peggiori insulti nei confronti di Giorgia, bugie e mistificazioni di tutti i tipi, sono stufa".

La Jebreal aveva preso spunto dalla vicenda passata dell’arresto per narcotraffico del padre di Meloni - fatti che però, tra l’altro si verificarono quando l’uomo aveva già lasciato la sua famiglia – per contestare le politiche della leader della destra. Detto per inciso, scrive anche la Paratore, "se in Italia sei di destra non riesci nemmeno a far condannare in un’aula di tribunale...".

Ma il punto vero arriva dopo. "L’ultima volta che le mie bambine ed io – si legge nel post della mamma di Giorgia Meloni – lo abbiamo incontrato, è stato nel 1988 a Villa Borghese, dove Francesco Meloni aveva chiesto di rivedere le sue figlie dopo che da circa 5 anni non avevano sue notizie. Fu un incontro inutile e superficiale, con due bimbette che a malapena si ricordavano di lui, e lui che si faceva chiamare Franco perché papà lo invecchiava". Dopo di allora, prosegue il racconto, "il vuoto assoluto".

Sono ormai noti, infatti, i racconti dell’infanzia senza un genitore e dei tentativi (sempre falliti) di recuperare un rapporto con il padre, resi pubblici dalla stessa Meloni. Anche per questo, dopo le frasi della Jebreal, era subito insorto lo stato maggiore di Fratelli d’Italia, spiegando che "Giorgia non è certo colpevole dei crimini commessi da suo padre... in una democrazia ci sono responsabilità individuali, non colpepunizioni collettive".

Anche la madre della leader di FdI ha insistito su questo punto: primo, "La mia storia con il padre delle mie figlie non è materia pubblica". Secondo: "Non credo lo sia la vita di un uomo che è mancato per tanti anni".

Per la cronaca, è noto che quando Giorgia Meloni fu nominata vicepresidente della Camera, arrivò una telefonata di un amico comune. Franco avrebbe avuto piacere di rivedere le ragazze, ma Giorgia disse di no.

Secondo la madre quello fu un "vero colpo di fortuna, il negarsi, visto ciò che sta accadendo in queste ore, quando una giornalista – Rula Jebreal – si permette di cianciare su mia figlia utilizzando un padre che a Giorgia è costato solo lacrime".

Infine, il contrattacco alla Jebreal: "Si vergogni questa pseudo giornalista... si vergogni questa signora che attribuisce a Giorgia parole mai pronunciate, concetti violenti e stupidi mai partoriti soprattutto perché, a differenza di tanti bei faccini che fanno carriera sgomitando o grazie ad amicizie importanti, mia figlia scema non è e quando parla sa quello che dice".