Mercoledì 24 Aprile 2024

"Io nell’inferno dei festini romani. Trappole per drogare e stuprare"

Fabio, 50 anni, in cura per disintossicarsi: quante ragazze abusate, gli squali approfittano di chi non è del giro

Il consumo della droga dello stupro sta crescendo in Italia

Il consumo della droga dello stupro sta crescendo in Italia

"I festini a base di sesso e droga sono una trappola pericolosa: chi ci va per la prima volta, entra in una giungla e non sa a cosa va incontro. Spesso ci sono le ragazzine e le escort, ma chiunque sia nuovo in queste situazioni molto probabilmente riceverà inconsapevolmente la droga dello stupro e sarà protagonista di un incubo".

A raccontarlo è Fabio, commerciante gay di 50 anni, in cura da cinque mesi a Villa Maraini – l’agenzia nazionale della Croce rossa italiana per le dipendenze patologiche, fondata da Massimo Barra nel 1976 – che ha partecipato a centinaia di questi party estremi. Una vita piena di soldi, da proprietario di una pizzeria e con diversi appartamenti, titolare di un negozio in centro a Roma, ma tutto ciò non bastava per fargli assaporare la felicità.

Perché cercava la via della trasgressione per forza?

"Non sono mai riuscito ad avere un rapporto sessuale senza dover ricorrere alla droga, ero bloccato in modo spaventoso".

Cosa le ha dato la spinta di arrivare a Villa Maraini?

"Stavo per morire. Il mio fisico era vicino a spegnersi a forza di droga e sesso ogni giorno. Se uno entra in questo circolo vizioso, non ne esce più e ogni sera cerca quello sballo. Io ho consumato quantità esorbitanti di sostanze illegali".

Chi c’era in questi festini?

"Gente di alto livello, non scappati di casa. Politici, avvocati, ogni professionista. Gli spacciatori portano la droga, poi quando i consumatori l’hanno finita cambiano appartamento, trovando un altro festino, e c’è chi si va a prostituire per avere ancora la dose".

Ha mai assistito ad abusi, violenze sessuali su ragazze in stato catatonico dopo aver ingerito senza consenso la droga dello stupro?

"Io stesso sono stato vittima di tutto ciò. È una prassi in questi contesti, sia nel mondo etero sia nel mondo gay. Se sei del giro, sai come funziona e stai attento a ogni atteggiamento. Non bevi alcol, nel caso ci sia il Ghb. Ma se sei una novellina, gli altri se ne approfittano e ti addormentano. In discoteca il rischio è molto più alto, perché girano fiumi di alcol. In una festa è capitato anche che uno dei partecipanti avesse un malore, dovuto a un cocktail di droghe, e gli amici hanno continuato a fare sesso davanti a lui".

Lei ha mai abusato di qualcuno drogandolo?

"No, non sono una brutta persona io".

Cosa le piaceva del Ghb?

"Io non usavo solo questa sostanza, ma anche crack e cocaina. La droga dello stupro, però, ti infonde una carica sessuale fortissima ed è questo che la rende diversa dalle altre. L’unica avvertenza è assumerne la giusta quantità, ovvero 32 gocce ogni ora. Non di più, altrimenti si perde conoscenza e memoria. Poi, come detto, mai alcol".

Insomma, era disinibito all’ennesima potenza?

"Le faccio un esempio per capire cosa si prova. Se lei si trova in una stanza con una donna che non le piace, ecco, non avrà alcun problema ad avere un rapporto con lei. Anzi, avrà una voglia matta: la attaccherà al muro. Ogni sera arrivavo a spendere mille euro per seguire questo mostro".

Durante il lockdown come ha vissuto?

"Era un continuo di festini, uno sballo senza fine. Facevamo sesso e ’giocavamo’ ogni notte: la mente e il corpo si erano abituati a questo ritmo".

Come si riesce a uscire da questo vortice?

"Non lo so, perché ancora non ne sono uscito. Il 25 maggio ho chiesto aiuto per salvarmi la vita. I miei genitori mi hanno spinto a Villa Maraini, dove ora sono protetto. È un dolore devastante essere tossici e io ritengo un miracolo che io sia ancora vivo".

La voglia di tornare indietro c’è?

"Sempre, infatti non è facile. Ma la droga ti distrugge psicologicamente".

Cosa si è promesso una volta uscito dalla terapia?

"Ho paura, perché fuori non so cosa mi aspetta e come reagirò. Sicuramente voglio partire dalle carezze, un gesto semplice ma che può cambiarmi la vita".

Lei si sente un tossico?

"Assolutamente sì, io sono un tossicodipendente. E questa è una grande malattia da curare".