Carla Bruni: "Io, mamma e la nostra famiglia passionale. Il vero peccato è non vivere"

La cantante e modella si racconta: mio nonno aveva nove fidanzate, mia madre ha confessato di avere tradito e mentito molto. Il legame col marito Sarkozy: "L’uomo più spiritoso che conosca. Non si ricandida alle presidenziali 2022 e ne sono felice"

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Se sua madre Marisa Borini come esergo dell’autobiografia "Care figlie, vi scrivo" ha messo la frase di Friedrich Nietzsche "senza musica la vita sarebbe un errore", pure Carla Bruni per la sua farebbe una scelta simile "non solo perché ci sono cresciuta in mezzo, ma perché per me la musica è un rifugio". Quello cercato pure nelle 14 canzoni dell’album dato alle stampe agli inizi di ottobre utilizzando solo nome e cognome nonostante l’intralcio della pandemia. Nata a Torino 52 anni fa, francese d’adozione, un figlio di 19 anni, Aurélien, avuto con il filosofo Raphaël Enthoven, una figlia, Giulia, di 9 anni nata dal matrimonio con Nicolas Sarkozy, l’ex première dame di Francia mantiene qualcosa di metafisico pure quando imbraccia la chitarra sul palco dell’Olympia.

Madame Bruni, a poco più di vent’anni quando in passerella era già "la Bruni", se la sarebbe mai immaginata una vita così?

"Pensavo che sarebbe stata avventurosa, ma così no. Diciamo che nella vita non mi sono persa un’occasione".

Sua madre nel suo libro scrive che lei è Capricorno e quindi ama la solitudine, il mistero, e non dimentica le ferite. Si riconosce in questa definizione?

"Sì, abbastanza. La perdita di mio fratello (scomparso per aids nel 2006 - ndr) è stato un colpo tremendo, ma le vere ferite non si raccontano. Al limite si leccano".

Cosa le è piaciuto di più dell’autobiografia di suo marito "Le temps des tempêtes", i tempi delle tempeste?

"Lui ha una memoria pazzesca e le mie pagine preferite sono quelle in cui poggia lo sguardo su questa vita politica così seria, decisiva, con quel carattere e quell’ironia che ne fanno una delle persone più spiritose che conosca, trasformando il racconto una specie di romanzo che parla però di vita vera".

Sarkozy ha escluso di presentarsi alle presidenziali del 2022. Dispiaciuta?

"No, contentissima".

Sono sette anni che non incideva canzoni inedite.

"Forse una reazione alla vita frenetica che facevo da ragazza, oggi sono abbastanza lenta nelle mie cose. Comunque, nel settembre del 2019 ho chiuso a Seoul un tour mondiale di 150 date, quindi la sensazione è stata di lavorare tantissimo".

Perché definisce le sue canzoni delle "dolci ninne nanne"?

"Perché sono un po’ così. E pure io sul palco vorrei trasmettere dolcezza, anche se spero vivamente di non conciliare il sonno a chi mi ascolta".

L’unico brano italiano del disco,"Voglio l’amore", lo condivide con sua sorella Valeria.

"Ho finito la canzone durante il confino. Siccome eravamo tutti segregati nella stessa casa, Valeria l’avrà ascoltata almeno una trentina di volte. Così, alla fine, le ho proposto di cantarne un pezzetto con me. Al di là del fatto che è mia sorella, la reputo un’artista fantastica, e sono orgogliosa di averla in questa canzone, a prescindere dall’anagrafe".

Nel film "Un castello in Italia" Valeria evoca la grande casa di famiglia a Castagneto Po in cui avete speso la giovinezza. Ma nel 2009 l’avete venduta al principe reale saudita Al-Walid bin Talal.

"È stato un po’ triste soprattutto per mia madre, che quelle stanze le ha abitate molto più di noi. Però l’acquirente l’ha poi donata alla Croce Rossa Italiana e l’idea che quella casa e i suoi fantasmi continuino a vivere per servire gli scopi di un’organizzazione tanto importante mi piace molto più che se fosse stata destinata ad altri usi o, peggio, lasciata morire".

In un vecchio pezzo "Je suis une enfant" diceva: "Sono una bambina, malgrado i miei quaranta anni, malgrado i miei trenta amanti".

"Ovviamente è solo questione di rima, mica li ho contati".

Pure mamma ha avuto grandi amori e nel libro dice "ho mentito, ho tradito, ma non penso di avere fatto del male".

"Io non ho mai mentito e non ho mai tradito, da questo punto di vista siamo caratterialmente diverse. Però non penso che il tradimento amoroso e la bugia siano un gran peccato. Il vero peccato è non vivere".

Lei è frutto di questi amori come ha scoperto nel ’96 quando suo padre Alberto, in punto di morte, le ha rivelato che il suo genitore biologico è l’italo-brasiliano Maurizio Remmert.

"Non ha rappresentato una scoperta traumatica. Sono stata allevata con lo stesso affetto riservato da papà a mio fratello e mia sorella. La vicinanza con Maurizio e sua figlia Consuelo viene dal fatto che pure loro sono delle belle persone. Per me tutto questo ha rappresentato una ricchezza, non una povertà".

C’è da dire che la passione in famiglia non è mai mancata; suo nonno aveva nove fidanzate a cui suo padre Alberto corrispondeva un appannaggio. Opera poi continuata da sua madre.

"Sì, e in casa le chiamavamo ‘le beneficate’. Certo che il nonno doveva prendersele abbastanza giovani, perché due sono ancora vive".

Si sente vicina ad un’altra cantante naturalizzata francese di grande popolarità come Jane Birkin?

"Molto vicina, perché la sua voce mi tocca il cuore e poi perché le canzoni che cantava con Serge Gainsbourg sono eccezionali come i ricordi che sanno evocarmi ogni volta che le ascolto. Amo tutto di lei, la grazia, il modo di essere, il fatto di aver inventato uno stile, oltre che un canone di bellezza".